Stellantis, 610 uscite volontarie a Mirafiori: sindacati divisi, preoccupazioni sul futuro dello stabilimento
- piscitellidaniel
- 9 giu
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Stellantis ha ufficializzato un nuovo accordo per 610 uscite volontarie incentivate nello stabilimento di Mirafiori, a Torino. L’intesa è stata siglata con la maggioranza delle sigle sindacali, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, mentre la Fiom-Cgil ha deciso di non firmare, esprimendo contrarietà per l’assenza di un chiaro piano industriale e per la mancata previsione di assunzioni che possano garantire il ricambio generazionale e salvaguardare la centralità dello stabilimento nel futuro del gruppo.
Il piano di esodo, che riguarda operai, impiegati e quadri, prevede incentivi economici differenziati sulla base dell’età e dell’anzianità lavorativa. L’uscita dei 610 dipendenti avverrà su base volontaria, con una particolare attenzione a coloro che si avvicinano alla pensione o che accettano di intraprendere nuovi percorsi professionali. Gli incentivi sono finanziati direttamente da Stellantis, senza ricorso a strumenti pubblici come la cassa integrazione o i contratti di solidarietà.
Secondo l’azienda, il piano è parte di una più ampia riorganizzazione che mira a rendere più sostenibile e flessibile la presenza produttiva in Italia, in un momento in cui l’intero settore dell’automotive è chiamato ad affrontare una trasformazione radicale legata alla transizione verso l’elettrico. Stellantis ha ricordato che Mirafiori continuerà a essere un sito strategico per la produzione della Fiat 500 elettrica e per la realizzazione di componenti per motori ibridi ed elettrici, oltre a ospitare attività di sviluppo legate alla mobilità sostenibile.
Tuttavia, il fronte sindacale appare spaccato. La Fiom-Cgil ha motivato il proprio rifiuto sottolineando che le uscite non sono accompagnate da alcuna garanzia di nuove assunzioni. Il segretario nazionale Michele De Palma ha dichiarato che “senza investimenti e nuove produzioni, Stellantis sta ridimensionando la presenza industriale in Italia”, e ha chiesto un confronto con il governo per ottenere impegni precisi da parte del gruppo.
Gli altri sindacati, invece, pur riconoscendo le criticità, hanno sostenuto l’accordo come un modo per governare la transizione evitando soluzioni traumatiche. Hanno inoltre ribadito la necessità di avviare al più presto un tavolo congiunto con governo e azienda per definire strategie di lungo periodo che tutelino l’occupazione.
Lo stabilimento di Mirafiori, che ha segnato la storia dell’industria automobilistica italiana, si ritrova dunque ancora una volta al centro di un delicato equilibrio tra esigenze aziendali, pressioni del mercato e salvaguardia del lavoro. Con le nuove uscite, il numero di dipendenti attivi scende ulteriormente, rafforzando le preoccupazioni sul rischio di un progressivo svuotamento delle attività produttive sul territorio nazionale. In questo scenario, la presenza dello Stato e la chiarezza sulle future missioni industriali diventano determinanti per evitare che lo storico impianto torinese perda definitivamente il suo ruolo centrale nella galassia Stellantis.
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