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Scandalo negli Stati Uniti: l’FBI indaga su scommesse illegali nella NBA e presunti legami con la mafia italiana

Negli Stati Uniti è esploso uno scandalo che scuote il mondo dello sport professionistico e coinvolge alcuni ambienti vicini alla National Basketball Association (NBA), dove l’FBI ha aperto un’indagine su una rete di scommesse e poker illegali con possibili collegamenti alla criminalità organizzata di origine italiana. L’inchiesta, condotta dal Dipartimento di Giustizia americano, mira a far luce su un sistema parallelo di puntate clandestine, manipolazioni di risultati e flussi di denaro che avrebbero interessato ex giocatori, intermediari e operatori del settore dell’intrattenimento sportivo. La vicenda, ancora in fase di sviluppo, ha già sollevato un’ondata di polemiche e mette in discussione la credibilità di un campionato che rappresenta uno dei marchi sportivi più potenti e influenti del mondo.


Secondo quanto trapelato dalle prime indiscrezioni investigative, l’inchiesta è partita da una serie di movimenti finanziari sospetti intercettati su conti collegati a società di consulenza sportiva e piattaforme di gaming non autorizzate. Gli agenti federali avrebbero individuato un gruppo di persone coinvolte in un circuito di scommesse clandestine basato su partite di basket professionistico, ma anche su tornei amatoriali e partite di poker ad alto livello organizzate in ambienti privati di New York, Miami e Las Vegas. L’ipotesi è che parte dei fondi movimentati sia stata riciclata attraverso attività commerciali di copertura riconducibili a soggetti già noti alle autorità per legami con clan mafiosi di origine italo-americana.


Il coinvolgimento della mafia italiana aggiunge una dimensione internazionale all’indagine. Gli investigatori federali stanno collaborando con la Direzione Investigativa Antimafia italiana e con la polizia finanziaria per verificare l’esistenza di connessioni tra alcune famiglie della East Coast e gruppi attivi nel Sud Italia, in particolare in Campania e in Sicilia. Le prime evidenze suggeriscono che le organizzazioni criminali avrebbero sfruttato il mondo delle scommesse sportive come canale privilegiato per il riciclaggio di denaro, approfittando della crescente popolarità del betting online e della difficoltà delle autorità nel controllare tutte le transazioni internazionali.


Il sistema scoperto dall’FBI sarebbe articolato e strutturato su più livelli. Alla base operavano agenzie non autorizzate che raccoglievano puntate per conto di clienti ad alto reddito, tra cui ex atleti, imprenditori e figure dello spettacolo. A un livello superiore agivano gli intermediari, incaricati di convogliare i profitti verso conti offshore e società fittizie registrate in paradisi fiscali. In cima alla catena, secondo gli investigatori, si muovevano soggetti legati alla criminalità organizzata che garantivano protezione, riscossione dei crediti e distribuzione dei proventi. In alcuni casi sarebbero stati utilizzati anche circuiti di criptovalute per mascherare i flussi di denaro e rendere più complessa la tracciabilità dei pagamenti.


L’indagine è ancora in corso, ma le prime rivelazioni hanno già avuto un impatto significativo sull’opinione pubblica americana e sul mondo sportivo. La NBA ha diffuso una nota ufficiale in cui si dichiara parte lesa e assicura piena collaborazione con le autorità federali. Il commissario del campionato ha annunciato l’apertura di un’indagine interna per verificare eventuali condotte irregolari di giocatori, dirigenti o membri dello staff. Secondo fonti interne alla lega, nessun atleta attualmente in attività sarebbe formalmente indagato, ma sarebbero sotto osservazione alcuni ex giocatori e consulenti che avrebbero avuto accesso privilegiato a informazioni riservate sulle partite e sui pronostici.


Il tema delle scommesse sportive rappresenta da tempo un terreno sensibile negli Stati Uniti. Dopo la legalizzazione del betting in numerosi Stati, il confine tra gioco autorizzato e attività illegale è diventato sempre più sottile. Le grandi leghe professionistiche, tra cui NBA, NFL e MLB, hanno stretto accordi con operatori regolamentati per offrire servizi di scommesse trasparenti e monitorati, ma la diffusione capillare di piattaforme non autorizzate continua a rappresentare una minaccia per l’integrità dello sport. L’FBI teme che l’infiltrazione criminale nei circuiti del gioco clandestino possa compromettere la reputazione di interi settori economici collegati allo sport professionistico.


Gli investigatori hanno posto particolare attenzione alle partite su cui sarebbero state effettuate scommesse sospette. Alcune di esse risalgono a stagioni precedenti e riguarderebbero non tanto l’esito finale, quanto parametri secondari come il numero di punti segnati, i falli commessi o le statistiche individuali dei giocatori. Questo tipo di manipolazione, nota come “spot fixing”, consente guadagni elevati anche senza alterare in modo evidente il risultato delle partite. Gli inquirenti stanno analizzando dati statistici, flussi di scommesse e comunicazioni interne per individuare eventuali anomalie.


Parallelamente, l’FBI sta verificando se all’interno delle partite di poker clandestine, organizzate come copertura per il riciclaggio, siano transitati personaggi collegati alla criminalità organizzata italo-americana. Alcune delle figure coinvolte avrebbero legami diretti con famiglie storiche di New York e del New Jersey, che da decenni controllano segmenti dell’economia illegale americana. Le indagini hanno già portato all’arresto di cinque persone, accusate di associazione a delinquere e frode finanziaria, ma gli investigatori ritengono che la rete sia molto più ampia e radicata.


Il caso riporta alla memoria altri scandali che hanno segnato la storia dello sport americano, da quello del baseball nel primo dopoguerra alle inchieste sul calcio universitario e sulle scommesse nel football. Tuttavia, la dimensione internazionale dell’attuale vicenda, con il coinvolgimento di reti mafiose e strumenti finanziari globali, rappresenta un livello di complessità inedito. Le autorità statunitensi temono che la commistione tra sport, criminalità e finanza digitale possa dare origine a nuovi modelli di riciclaggio transnazionale difficili da intercettare.


Il Dipartimento di Giustizia ha reso noto che l’indagine proseguirà nei prossimi mesi con il supporto delle agenzie internazionali e delle autorità italiane. Le attività di intelligence si concentreranno sull’identificazione dei flussi di denaro, dei contatti tra i soggetti coinvolti e delle piattaforme digitali utilizzate per le operazioni illegali. L’FBI, secondo le prime ricostruzioni, considera prioritario proteggere l’integrità delle competizioni sportive e ristabilire la fiducia del pubblico, in un momento in cui lo sport americano è sempre più intrecciato con l’industria del gioco legale e con gli interessi economici globali.

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