Cuba in stato d’allarme sanitario: esplosione di casi di dengue, chikungunya e oropouche
- piscitellidaniel
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Le autorità sanitarie cubane hanno dichiarato lo stato d’allarme a livello nazionale dopo un repentino aumento dei casi di dengue, chikungunya e oropouche, tre malattie virali trasmesse da zanzare e altri vettori tropicali che stanno colpendo diverse province dell’isola. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute Pubblica, la diffusione simultanea dei tre virus rappresenta una delle emergenze epidemiologiche più gravi degli ultimi decenni, aggravata dal clima eccezionalmente caldo e umido, dalla scarsità di risorse mediche e dalle difficoltà strutturali del sistema sanitario cubano.
L’isola caraibica, già alle prese con una crisi economica profonda e con carenze croniche di energia e approvvigionamenti, si trova ora a fronteggiare un’epidemia complessa che mette a dura prova le capacità organizzative delle istituzioni sanitarie. Le province più colpite risultano L’Avana, Santiago de Cuba, Holguín e Villa Clara, dove gli ospedali registrano un aumento costante dei ricoveri, in particolare tra bambini e anziani. I centri medici hanno segnalato la difficoltà di reperire farmaci antipiretici, repellenti e materiali diagnostici di base, mentre le autorità locali hanno avviato operazioni di disinfestazione d’emergenza nei quartieri più densamente popolati.
Il dengue è una malattia endemica nei Paesi tropicali, ma a Cuba i cicli epidemici sono diventati sempre più frequenti. Il virus, trasmesso principalmente dalla zanzara Aedes aegypti, provoca febbre alta, dolori articolari e in alcuni casi gravi può evolvere in febbre emorragica, con rischi letali. Negli ultimi mesi, la combinazione di temperature elevate, piogge abbondanti e cattiva gestione delle acque stagnanti ha favorito la proliferazione delle zanzare vettori. Il governo ha mobilitato le forze armate e la protezione civile per operazioni di bonifica e per campagne di sensibilizzazione, ma le misure preventive si scontrano con la carenza di carburante, pesticidi e mezzi di trasporto.
A complicare ulteriormente la situazione si è aggiunta la diffusione del virus chikungunya, che condivide lo stesso vettore e provoca sintomi simili, ma con un decorso più doloroso e prolungato. Le autorità cubane hanno confermato che i casi registrati nelle ultime settimane sono in costante aumento, con una concentrazione particolare nelle aree urbane dove la densità abitativa e le difficoltà di accesso ai servizi igienici favoriscono il contagio. Le infezioni doppie da dengue e chikungunya sono ormai documentate in diverse regioni, complicando la diagnosi e il trattamento dei pazienti.
Il terzo virus, l’oropouche, rappresenta invece una novità per l’isola. Fino a pochi mesi fa era confinato all’Amazzonia e ad alcune zone del Sud America, ma la sua recente comparsa a Cuba ha sorpreso gli epidemiologi. Si tratta di un arbovirus trasmesso da piccoli insetti, in particolare pappataci e zanzare, che provoca febbre, mal di testa, dolori muscolari e, nei casi più gravi, sintomi neurologici. La sua diffusione testimonia come i cambiamenti climatici, l’aumento delle temperature e la mobilità regionale abbiano ampliato la gamma geografica dei vettori tropicali, rendendo vulnerabili territori finora considerati marginali rispetto alle grandi epidemie virali.
Il Ministero della Salute ha istituito un comitato di crisi per coordinare la risposta nazionale, ma la situazione resta critica. Gli esperti avvertono che la scarsità di mezzi diagnostici e l’insufficienza dei laboratori di analisi rendono difficile distinguere tra le tre infezioni, che possono manifestarsi con sintomi sovrapposti. Inoltre, l’assenza di vaccini disponibili per chikungunya e oropouche, e la disponibilità limitata del vaccino contro il dengue, rendono il contenimento dell’epidemia estremamente complesso. Le autorità stanno puntando sulla prevenzione, con la distribuzione di zanzariere e l’invito ai cittadini a eliminare i ristagni d’acqua nelle abitazioni.
La risposta internazionale non si è fatta attendere. L’Organizzazione Panamericana della Sanità ha annunciato l’invio di un’équipe di esperti per supportare le autorità cubane nella gestione dell’emergenza. Sono in corso valutazioni per l’invio di forniture mediche e materiali per la disinfestazione, mentre i Paesi vicini, come la Repubblica Dominicana e il Messico, hanno intensificato i controlli agli aeroporti e nei porti commerciali per prevenire il rischio di diffusione transfrontaliera. Le agenzie sanitarie regionali monitorano con attenzione la situazione, temendo che l’espansione dell’oropouche possa segnare l’inizio di una nuova fase epidemica per l’area caraibica.
Gli esperti di salute pubblica sottolineano come la crisi cubana sia il risultato di un intreccio di fattori strutturali. Le difficoltà economiche e la riduzione delle importazioni di prodotti sanitari hanno indebolito il sistema di prevenzione epidemiologica. Le interruzioni elettriche, frequenti in molte province, compromettono la conservazione dei farmaci e il funzionamento delle apparecchiature mediche. Allo stesso tempo, la crescente urbanizzazione e la gestione precaria dei rifiuti favoriscono la proliferazione di zanzare. In questo scenario, anche una piccola variazione climatica può innescare un’ondata epidemica di vaste proporzioni.
Il governo cubano, attraverso i canali ufficiali, ha invitato la popolazione a collaborare con le autorità locali e ha annunciato l’attivazione di piani straordinari di sanificazione urbana. Gli ospedali di L’Avana sono stati dotati di reparti di isolamento per i casi più gravi e sono stati potenziati i centri di sorveglianza sanitaria nelle province interne. Tuttavia, il personale medico, già provato da anni di carenze e da una costante emigrazione di professionisti, denuncia condizioni di lavoro estremamente difficili e l’impossibilità di gestire contemporaneamente tre focolai epidemici di tale portata.
Il timore principale è che, con l’arrivo della stagione delle piogge e l’aumento delle temperature previste nei prossimi mesi, la curva dei contagi possa ancora crescere. Gli esperti locali avvertono che, se non verranno messe in atto misure di contenimento più efficaci, il rischio di una crisi sanitaria su scala nazionale è concreto. Cuba si trova così di fronte a una sfida che va oltre l’emergenza epidemiologica: quella di difendere un sistema sanitario che per decenni è stato motivo di orgoglio e di stabilità, ma che oggi appare vulnerabile di fronte a un contesto globale e climatico in rapido mutamento.

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