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Savona accusa la BCE di ostacolare la trasparenza sulle operazioni bancarie e denuncia l’uso distorto del golden power come strumento multiuso oltre i limiti istituzionali

Il presidente della Consob, Paolo Savona, ha lanciato un duro monito sulle attuali distorsioni dell’uso del golden power, definendolo una norma “multiuso” che ha oltrepassato i confini originari, spingendosi ben oltre le finalità di tutela della sicurezza nazionale. Intervenendo durante la relazione annuale dell’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari, Savona ha evidenziato come il provvedimento introdotto nel 2012 per difendere asset strategici dallo shopping straniero, sia oggi applicato anche a operazioni finanziarie interne in modo che, a suo avviso, rischia di compromettere il corretto funzionamento dei mercati e la fiducia degli investitori.


Savona ha sottolineato che la norma è diventata di fatto uno strumento flessibile nelle mani del Governo, usato in contesti non sempre coerenti con i suoi obiettivi iniziali. L’estensione del golden power alle operazioni bancarie è il punto più critico del suo intervento. A partire dal 2023, il golden power è stato applicato anche alle acquisizioni e fusioni tra istituti di credito interni al sistema bancario italiano, come nel recente caso dell’offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit su Banco BPM. Secondo Savona, questo tipo di utilizzo rischia di interferire con le logiche del mercato, introducendo elementi discrezionali nelle decisioni di investimento.


Il presidente della Consob ha espresso inoltre forte preoccupazione per il comportamento della Banca Centrale Europea. Ha denunciato un atteggiamento di non collaborazione da parte dell’istituto di Francoforte, accusandolo di ostacolare le richieste informative avanzate dalla stessa Consob. In particolare, Savona ha riferito che la BCE avrebbe rifiutato di fornire documentazione utile a chiarire alcuni aspetti dell’OPS promossa da UniCredit, motivando il diniego con il principio dell’indipendenza delle banche centrali. Una giustificazione, ha sottolineato, che contrasta con le regole di trasparenza e cooperazione tra istituzioni pubbliche e che pone un ostacolo alla funzione di controllo del mercato svolta dalla Consob.


L’atteggiamento della BCE, definito “opaco” da Savona, si inserisce in un quadro già complesso, dove gli interessi di sorveglianza prudenziale e quelli di vigilanza dei mercati entrano in potenziale conflitto. La BCE, infatti, è responsabile della supervisione bancaria nell’area euro, mentre la Consob sorveglia l’integrità e la correttezza dei mercati finanziari. Tuttavia, per Savona, l’assenza di collaborazione istituzionale mina il coordinamento necessario a garantire che operazioni rilevanti per il sistema bancario italiano avvengano nel rispetto delle regole di trasparenza e di tutela degli investitori.


Nel corso del suo intervento, Savona ha anche difeso l’azione della Consob nella gestione della trasparenza e dell’equilibrio dei mercati, sottolineando i risultati raggiunti sul piano dell’innovazione e della digitalizzazione. Tuttavia, ha messo in guardia da un eccesso di regolamentazione e da un uso improprio degli strumenti giuridici, come il golden power, che potrebbero scoraggiare gli investimenti e spingere operatori finanziari verso mercati meno incerti. La fiducia degli investitori, ha ricordato, è un asset intangibile che si costruisce solo in un contesto normativo coerente e prevedibile.


Il caso UniCredit-Banco BPM è emblematico di questa tensione istituzionale. L’operazione, ancora in fase di valutazione, ha visto l’intervento del Governo attraverso l’imposizione di condizioni particolarmente stringenti mediante il decreto golden power. Secondo indiscrezioni, il dossier avrebbe incontrato forti resistenze anche all’interno della stessa BCE, che avrebbe valutato con preoccupazione un eventuale consolidamento bancario forzato con implicazioni sistemiche. La posizione del Governo si è fondata su considerazioni strategiche, tese a evitare una concentrazione eccessiva del potere finanziario nelle mani di pochi soggetti, ma per Savona l’intervento è stato sintomo di un’applicazione troppo ampia dello strumento, che rischia di compromettere le dinamiche competitive e la libertà d’impresa.


Savona ha infine ribadito la necessità di riformare il quadro normativo del golden power, ristabilendo confini certi e criteri oggettivi di applicazione. La discrezionalità politica, se non bilanciata da trasparenza e controllo, può trasformarsi in un fattore di instabilità per i mercati. Secondo il presidente della Consob, solo un confronto aperto tra le istituzioni europee e nazionali, fondato sul reciproco rispetto dei ruoli e sulla circolazione delle informazioni, potrà garantire l’equilibrio tra tutela dell’interesse pubblico e libertà di mercato. In assenza di questo confronto, il rischio è che il golden power, da strumento eccezionale, diventi una norma ordinaria e generalizzata, utilizzabile per fini diversi da quelli previsti dalla legge.

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