Reati tributari e concorso di persone: no a confische e sequestri oltre la quota di profitto del correo
- saravetteruti
- 24 mar
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La Corte di Cassazione, con sentenza n. 9973 del 2025 sulla scia della precedente pronuncia delle Sezioni Unite del 26 settembre 2024, ha affrontato una questione di estrema rilevanza riguardante l’applicazione delle misure patrimoniali nei reati tributari. In particolare per quanto riguarda la proporzionalità di sequestri e confische in caso di concorso di persone nel reato.
La Corte era chiamata a pronunciarsi sul caso di un soggetto, coinvolto in un’associazione criminale dedita a reati tributari, che si era visto applicare un sequestro preventivo su beni di valore superiore alla quota di profitto effettivamente percepita. Contestando tale misura, ritenute eccessiva ma confermata dalla Corte d’Appello che aveva aderito al principio solidaristico, ha presentato ricorso in Cassazione affermando che sequestro e confisca dovrebbero essere proporzionati al profitto realmente ottenuto da ciascun partecipante e non all’intero guadagno dell’organizzazione.
La Corte ha sposato tale ultimo principio, pur riconoscendo l’esistenza di due orientamenti giurisprudenziali sul tema:
- il primo, definito proporzionalista, secondo cui la confisca per equivalente dovrebbe essere applicata in misura corrispondente alla quota di profitto effettivamente percepita da ciascun concorrente, non potendosi cioè confiscare a un soggetto più di quanto abbia concretamente ottenuto dal reato, e solo in caso non sia determinabile concretamente la quota di ciascun correo, è applicabile la ripartizione in parti uguali.
- il secondo, invece, detto solidaristico, prevede che la confisca possa essere disposta anche nei confronti di uno solo dei concorrenti per l’intero importo del profitto, sulla base del principio di solidarietà passiva, a mente del quale tutti i concorrenti nel reato sono responsabili dell’intero danno causato, indipendentemente da quanto abbiano effettivamente percepito.
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, aderendo quindi all’orientamento proporzionalista e stabilendo che, in caso di concorso di persone nel reato, la confisca per equivalente debba applicarsi solo in misura corrispondente alla quota di profitto effettivamente percepita da ciascun concorrente. Questa pronuncia ha rilevanti implicazioni pratiche, tra cui la tutela dei diritti individuali, evitando che un singolo concorrente sia gravato da una confisca sproporzionata rispetto al profitto effettivamente percepito, garantendo una maggiore equità nel trattamento sanzionatorio, e la chiarezza applicativa, fornendo un criterio chiaro per l’applicazione delle misure patrimoniali nei reati tributari e orientando l’operato delle autorità giudiziarie e degli operatori del diritto. La sentenza n. 9973 del 2025 della Corte di Cassazione rappresenta un passo significativo verso una maggiore equità nell’applicazione delle misure patrimoniali nei reati tributari. Affermando il principio di proporzionalità, la Corte garantisce che sequestri e confische siano commisurati al profitto effettivamente percepito da ciascun concorrente, evitando applicazioni eccessivamente punitive e promuovendo una giustizia più equa e bilanciata.
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