Con l'inflazione che nel 2022 potrebbe toccare il +8% potrebbe costare all'Inps una spesa pensionistica per il prossimo anno di 24 mld di euro. Una tendenza che potrebbe far segnare, sulla base dei dati al primo gennaio 2020 al netto della crisi da pandemia e della guerra, un disavanzo patrimoniale dell'Istituto di 92 miliardi. "Non esiste un problema di sostenibilità quanto piuttosto un alert che segnala come serva crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio", spiegano gli economisti Inps. In generale, le pensioni di anzianità/anticipate, vecchiaia, invalidità e superstite, assorbono il 92% della spesa, mentre le prestazioni assistenziali, ovvero le prestazioni agli invalidi civili e le pensioni e gli assegni sociali, il restante 8%. La voce che incide di più sulla spesa sono le pensioni di anzianità/anticipate con il 56% del totale, seguite dalle pensioni di vecchiaia che assorbono il 18% e dalle pensioni ai superstiti che assorbono il 14%. Le prestazioni agli invalidi civili rappresentano il 7% del totale; per ultime ci sono le pensioni di invalidità e le pensioni e assegni sociali che rappresentano rispettivamente il 4% e il 2%.
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