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Natalità, l’allarme di Mattarella: per l’Italia e l’Europa servono salari adeguati, servizi sociali diffusi e politiche strutturali a sostegno delle famiglie

Il tema della natalità torna al centro del dibattito pubblico europeo grazie all’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito la questione “vitale” non solo per l’Italia, ma per l’intero continente. Le parole del presidente arrivano in un momento in cui i dati demografici delineano un quadro di forte criticità: l’Italia registra il numero più basso di nascite dall’unità nazionale, mentre diversi Paesi europei affrontano un declino demografico che rischia di compromettere stabilità economica, sostenibilità dei sistemi previdenziali e capacità competitiva nel lungo periodo. Mattarella evidenzia che la demografia non è un fenomeno naturale e ineluttabile, ma il risultato di scelte politiche, economiche e sociali che influenzano la vita delle persone e la possibilità dei giovani di costruire un futuro stabile.


Le parole del presidente mettono in evidenza la necessità di una strategia complessiva capace di intervenire su più livelli. Il primo riguarda le retribuzioni, considerate un elemento imprescindibile affinché i giovani possano prendere in considerazione la prospettiva di mettere su famiglia. In Italia, salari stagnanti, precarietà lavorativa e costo della vita crescente contribuiscono a ritardare o rinunciare alla genitorialità. Il presidente richiama l’attenzione sulla necessità di garantire retribuzioni dignitose che permettano di sostenere le spese della vita quotidiana, oltre che affrontare la sfida economica rappresentata dall’arrivo di un figlio. Senza un sistema retributivo adeguato, sottolinea Mattarella, ogni intervento successivo rischia di essere insufficiente.


Il secondo pilastro evidenziato è quello dei servizi sociali, con particolare attenzione alla necessità di potenziare strutture educative per la prima infanzia, assistenza territoriale e servizi di prossimità. La disponibilità di asili nido pubblici e privati accessibili economicamente e diffusi sul territorio è uno dei punti più critici in Italia, insieme alla carenza di tempo-scuola, alla scarsa flessibilità degli orari e alle differenze territoriali tra Nord e Sud. La mancanza di servizi adeguati si traduce spesso in un carico familiare squilibrato, che ricade in modo sproporzionato sulle donne e penalizza la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Mattarella richiama quindi la necessità di costruire un sistema che sostenga concretamente la conciliazione tra lavoro e vita familiare.


Il presidente sottolinea inoltre che la natalità deve essere affrontata come una questione europea, non solo nazionale. I trend demografici sono simili in molti Paesi dell’Unione, con società sempre più anziane e difficoltà strutturali comuni. Per questo, secondo Mattarella, servono politiche condivise capaci di affrontare in modo coordinato i temi del lavoro, della formazione, della mobilità sociale e dei servizi alla persona. L’Europa, per mantenere un ruolo centrale nello scenario globale, deve saper investire sulle nuove generazioni e sulla costruzione di un ambiente che favorisca il benessere familiare. Il presidente invita a leggere la demografia non come un elemento secondario, ma come un fattore decisivo per il futuro economico e sociale dell’Unione.


Un elemento centrale dell’intervento riguarda il ruolo della donna nel mercato del lavoro. Il presidente evidenzia che non può esistere una politica per la natalità senza un deciso sostegno alla parità di genere, alla stabilizzazione dell’occupazione femminile e all’abbattimento delle barriere che ostacolano le carriere delle donne. Temi come il gender pay gap, la precarietà contrattuale, le difficoltà di conciliazione e le carenze dei servizi sono ancora oggi tra i principali fattori che frenano la natalità. Mattarella sottolinea che una società che non garantisce piena uguaglianza rischia inevitabilmente di penalizzare la famiglia e le scelte di vita dei giovani.


Accanto alla questione economica e sociale, il presidente richiama anche l’aspetto culturale. La natalità, spiega, non può essere affrontata solo in termini numerici, ma come parte di un progetto più ampio di futuro collettivo. La percezione di instabilità, le incertezze economiche, le difficoltà legate alla casa e al lavoro concorrono a creare un clima nel quale le giovani generazioni tendono a rimandare scelte come matrimonio e genitorialità. Per questo, Mattarella invita a promuovere una cultura della responsabilità istituzionale e sociale che restituisca fiducia nel futuro e nel ruolo della famiglia come nucleo fondamentale della comunità.


Il tema della natalità si intreccia anche con quello della sostenibilità del sistema previdenziale. Una popolazione sempre più anziana, in assenza di un ricambio generazionale adeguato, mette sotto forte pressione i conti pubblici e la tenuta dei sistemi pensionistici. Il presidente insiste sulla necessità di intervenire con politiche lungimiranti che vadano oltre il breve periodo, costruendo un equilibrio che possa garantire diritti sociali e certezze economiche anche alle generazioni future. L’aumento della natalità, insieme a un’occupazione più stabile e inclusiva, rappresenta uno degli strumenti principali per rafforzare la sostenibilità del sistema.


Le considerazioni di Mattarella richiamano inoltre la necessità di affrontare la questione abitativa, spesso sottovalutata nel dibattito pubblico. Affitti elevati, difficoltà di accesso ai mutui e carenza di alloggi a prezzi accessibili contribuiscono al disagio delle giovani coppie. La costruzione di un sistema di welfare abitativo, con politiche mirate e strumenti finanziari che facilitino l’accesso alla casa, può rappresentare un elemento determinante per incentivare la natalità. Senza un contesto abitativo sicuro e sostenibile, le difficoltà economiche si sommano a quelle familiari, rendendo più complessa la scelta di mettere al mondo un figlio.


L’intervento del presidente sintetizza una visione che va oltre l’emergenza, proponendo un approccio strutturale e integrato alla questione demografica. La natalità viene presentata come una sfida politica, culturale, economica e sociale, che richiede coerenza, continuità e investimenti di lungo periodo. I dati storici dimostrano che i Paesi che hanno saputo affrontare con serietà il tema della natalità hanno visto benefici significativi non solo sul piano demografico, ma anche su quello produttivo, educativo e sociale. La riflessione del presidente costituisce quindi un appello a tutte le istituzioni affinché la natalità torni a essere al centro della strategia complessiva per il futuro del Paese.

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