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La crescita italiana: fragile, asimmetrica, ma non impossibile

L’economia italiana nel 2025 mostra segnali contraddittori: da un lato una crescita del PIL superiore alle attese (+0,9%), sostenuta da export e turismo; dall’altro una debolezza strutturale della domanda interna, investimenti incerti, produttività stagnante. La zavorra è nota: alto debito pubblico, bassa natalità, gap di competenze. Tuttavia, vi sono leve da attivare. Gli investimenti del PNRR, se ben implementati, possono generare effetti moltiplicatori importanti, soprattutto nei settori dell’energia, digitalizzazione e infrastrutture sociali. Anche l’industria green e l’economia circolare rappresentano nuove frontiere di sviluppo. Ma servono riforme: fiscale, amministrativa, della giustizia civile. Il nodo è l’efficienza della spesa pubblica e la capacità di attivare capitale privato. Il rischio è un “rimbalzo tecnico” senza crescita strutturale. Per evitarlo, occorre una governance coordinata tra Stato, Regioni e imprese. La crescita non si improvvisa: si costruisce, giorno dopo giorno, con serietà e visione.

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