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La BCE pronta a tagliare i tassi, ma cresce l'ipotesi di una pausa

Martina Migliorati



Giovedì la Banca Centrale Europea si appresta a ridurre i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli dal 2,75% al 2,50%. Tuttavia, il dibattito sui prossimi passi dell’istituto di Francoforte si fa sempre più acceso, con la possibilità di una pausa nel ciclo di allentamento monetario.

Secondo Bas van Geffen, Senior Macro Strategist di Rabobank, la Bce procederà con il taglio di 25 punti base nella prossima riunione e potrebbe effettuarne un altro ad aprile. Tuttavia, aumentano le probabilità che la seconda riduzione venga posticipata a giugno.

Lo scontro tra le diverse correnti interne alla Bce è evidente: i cosiddetti “falchi” del nord Europa, tra cui la tedesca Isabel Schnabel, sostengono che con il tasso al 2,50% sia opportuno fermarsi per valutare l’efficacia della politica monetaria. Dall’altro lato, le “colombe” del sud Europa spingono per ulteriori tagli, sostenendo che siano necessari per stimolare la crescita.

Un segnale chiave sarà il linguaggio utilizzato dalla Bce nel suo comunicato ufficiale. Secondo Bloomberg, l’istituto potrebbe eliminare l’indicazione che la politica monetaria resterà “restrittiva”, sostituendola con un’espressione più ambigua. Questo potrebbe aprire la strada a una pausa, ma se la frase dovesse essere mantenuta, il ciclo dei tagli potrebbe proseguire con maggiore decisione.

Le previsioni di Bloomberg indicano comunque tre tagli nel corso del 2025, con l’obiettivo di portare il tasso sui depositi al 2%. Sul fronte macroeconomico, gli analisti di Ing ritengono che la Bce manterrà le previsioni di inflazione, ma rivedrà al ribasso quelle di crescita del Pil. A dicembre, l’istituto aveva stimato un Pil in crescita dell’1,1% nel 2025, dell’1,4% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027, con un’inflazione al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.

L’incertezza economica resta alta e la Bce potrebbe evitare di fornire indicazioni precise sui futuri interventi. Come sottolineano gli analisti di Ing, fattori geopolitici come i dazi statunitensi sui beni europei o un possibile accordo di pace in Ucraina potrebbero avere un impatto significativo sull’economia dell’Eurozona. In questo contesto, l’Eurotower potrebbe adottare un approccio prudente, monitorando gli sviluppi prima di decidere ulteriori misure.


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