Eni cede il 20% di Plenitude al fondo Ares: un’operazione da 2 miliardi per valorizzare le rinnovabili e preparare la quotazione
- piscitellidaniel
- 23 giu
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Eni ha ufficializzato un’importante operazione strategica con l’ingresso del fondo statunitense Ares Management nel capitale di Plenitude, la controllata attiva nei settori delle energie rinnovabili, della vendita di energia e delle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. L’accordo prevede la cessione del 20% del capitale della società per una valutazione complessiva di circa 10 miliardi di euro, corrispondente a un incasso per Eni intorno ai 2 miliardi. La notizia conferma l’interesse crescente da parte degli investitori internazionali verso gli asset green e rappresenta un tassello chiave nella strategia del gruppo guidato da Claudio Descalzi.
L’intesa con Ares non si limita a un semplice investimento passivo: l’operazione sarà strutturata attraverso una piattaforma dedicata, con governance condivisa e obiettivi di crescita concordati. Questo consentirà di mantenere il controllo strategico della società in capo a Eni, ma di beneficiare al contempo dell’expertise finanziaria e della capacità di raccolta capitale del fondo americano. Ares, che gestisce oltre 400 miliardi di dollari in asset a livello globale, è già attivo nel settore infrastrutturale e in progetti di transizione energetica, e vede in Plenitude un’opportunità concreta di crescita sostenibile.
Plenitude, nata dalla scissione di alcune attività retail e rinnovabili di Eni, ha costruito negli ultimi anni un portafoglio articolato e in rapida espansione. Conta oltre 2,5 milioni di clienti in Italia e in Europa, più di 3 GW di capacità installata da fonti rinnovabili e una rete di circa 20.000 punti di ricarica per veicoli elettrici. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a 7 GW di capacità green installata entro il 2026 e a oltre 15 milioni di clienti serviti entro il 2030, diventando uno dei principali operatori integrati nella transizione energetica a livello continentale.
La cessione del 20% rappresenta, inoltre, un passo preparatorio verso la quotazione in Borsa di Plenitude, progetto più volte annunciato da Eni ma rinviato a causa della volatilità dei mercati. L’ingresso di un investitore istituzionale come Ares rafforza il profilo finanziario e industriale della società, rendendola più attrattiva agli occhi del mercato e gettando le basi per un’IPO che potrebbe concretizzarsi nel medio termine, una volta che le condizioni di mercato lo permetteranno. Secondo fonti vicine al dossier, la quotazione potrebbe avvenire già nel 2025, compatibilmente con l’andamento del settore energetico e con la ripresa della domanda di equity green.
Dal punto di vista finanziario, l’operazione consente a Eni di valorizzare un asset strategico, liberando risorse che potranno essere reinvestite in altri progetti della transizione energetica o nel rafforzamento della posizione patrimoniale del gruppo. Il deal conferma anche la tendenza da parte delle major energetiche a separare le attività tradizionali da quelle green, per attirare investitori specializzati e ottenere multipli più elevati in fase di raccolta capitale.
La partnership ha anche una valenza industriale: Ares potrà contribuire alla crescita di Plenitude con know-how e supporto nella strutturazione di nuovi progetti, in particolare nell’ambito dell’espansione internazionale. Eni, da parte sua, continuerà a garantire le sinergie operative e l’accesso a tecnologie proprietarie, mantenendo la coerenza strategica tra Plenitude e il resto delle attività del gruppo.
Claudio Descalzi ha commentato l’intesa sottolineando come l’operazione sia coerente con il modello di business flessibile e modulare di Eni, che consente di accelerare la transizione energetica senza compromettere la solidità del bilancio. Ha inoltre ribadito che la strategia del gruppo punta a creare valore lungo tutta la filiera dell’energia, promuovendo un modello integrato in cui rinnovabili, mobilità sostenibile e digitalizzazione si rafforzano reciprocamente.
Anche Ares ha espresso soddisfazione per l’accordo. Il fondo ha riconosciuto in Plenitude una delle piattaforme europee più promettenti nel campo della transizione energetica, evidenziando in particolare il mix tra generazione rinnovabile, vendita retail e mobilità elettrica. La combinazione di questi asset consente, secondo Ares, di offrire soluzioni integrate e resilienti, capaci di affrontare le sfide del mercato e di attrarre nuovi consumatori sempre più attenti alla sostenibilità.
L’operazione si inserisce in un contesto globale in cui gli investimenti nelle rinnovabili stanno crescendo rapidamente. Secondo l’ultimo rapporto dell’International Energy Agency, il 2024 vedrà un nuovo record nella capacità installata di energie rinnovabili, spinta da incentivi pubblici, domanda crescente e calo dei costi tecnologici. L’Italia, sebbene ancora in ritardo rispetto agli obiettivi europei, sta accelerando grazie a un quadro normativo più favorevole e a un maggiore coinvolgimento degli operatori privati.
Il mercato ha accolto positivamente la notizia: il titolo Eni ha registrato un lieve rialzo alla Borsa di Milano, in controtendenza rispetto al settore oil & gas, confermando l’apprezzamento per un’operazione che rafforza la strategia green del gruppo senza indebolirne il core business tradizionale. Anche gli analisti hanno espresso giudizi favorevoli, considerando il multiplo implicito di valutazione di Plenitude come “in linea” con le attese e sottolineando il potenziale ancora inespresso della società nel mercato europeo.
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