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Luca Baj

Economia, il rilancio nel segno dell'innovazione

Competitività, innovazione, sostenibilità. Sono questi i tre settori chiave al centro del maxi stanziamento stabilito da Confindustria assieme all'Istituto di credito Intesa Sanpaolo per promuovere e sostenere l’evoluzione del sistema produttivo italiano. La cifra messa a disposizione dall'intervento ammonta a 150 miliardi di euro complessivi. In particolare, Intesa Sanpaolo e Confindustria propongono un piano strategico volto ad accelerare il rilancio dell’economia reale italiana, mettendo al centro le competenze e le persone, lungo le direttrici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Riguardo alla sostenibilità, nel dettaglio, l'attenzione è puntata sull’adozione di strategie di crescita fondate sull’evoluzione verso il modello della circular economy. A questo riguardo, l'Istituto Intesa Sanpaolo ha attivato un plafond per i nuovi S-Loans, una linea specifica di finanziamenti sostenibili, che si affianca a un plafond destinato agli investimenti in Circular Economy. Per quanto riguarda l'accordo di collaborazione con Confindustria, sono quattro gli ambiti di intervento su cui si svilupperà la nuova iniziativa. Innanzitutto con l'area "Digitalizzazione e innovazione", con l'obiettivo di affrontare la transizione digitale e garantire una crescita sostenibile e duratura, Intesa Sanpaolo mette a disposizione delle imprese strumenti e programmi per migliorare i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e metodologie. Nell’ambito del nuovo Accordo, sarà centrale l’impegno a supportare i nuovi investimenti, così come la consulenza per cogliere i benefici offerti dal piano Transizione 4.0 della Legge di Bilancio 2021. Il secondo punto del programma riguarda la Sostenibilità: Intesa Sanpaolo e Confindustria, in particolare, intendono imprimere massimo impulso e sostegno ai processi di transizione delle imprese verso un’economia digitalizzata e green per renderle sostenibili e resilienti, agevolando l’adozione di strategie di crescita fondate sulla sostenibilità e sull’evoluzione verso il modello della circular economy. In particolare, Intesa Sanpaolo ha attivato un plafond per i nuovi S-Loans, una linea specifica di finanziamenti sostenibili, che si affianca a un plafond destinato agli investimenti in Circular Economy. Di pari passo, si procede sulla linea del Rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale: per accompagnare le imprese in questa fase di ripresa e di rilancio economico è essenziale individuare nuovi strumenti che favoriscano una prospettiva di medio-lungo periodo, in grado di contribuire alla ricostituzione progressiva dei cash flow e a promuovere la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria dell’impresa. Un obiettivo che il nuovo Accordo si propone di centrare favorendo la diffusione di una cultura aziendale più attenta alla diversificazione delle fonti finanziarie e al corretto bilanciamento tra debito e capitale di rischio, attraverso la valorizzazione delle coperture pubbliche. Infine, ecco il piano di Valorizzazione del ruolo delle filiere: l’Accordo tra Confindustria e Banca Intesa, difatti, prosegue la collaborazione già avviata tra le due istituzioni anche con il protocollo specifico nell’ambito del programma “Sviluppo Filiere” di Intesa Sanpaolo, che sarà esteso a nuovi comparti produttivi garantendo lo sviluppo sostenibile, inclusivo e d’eccellenza, per incrementare occupazione e investimenti. In un mercato e in un contesto di rilancio come quello attuale, il rapporto di filiera può diventare uno straordinario moltiplicatore e facilitatore per l’accesso al credito da parte delle imprese minori, facendo leva sulla forza e solidità dei principali attori del Made in Italy e del loro merito di credito, di cui possono beneficiare tutti i fornitori. Dall’avvio del programma nel 2015, Intesa Sanpaolo ha sostenuto oltre 780 filiere, coinvolgendo circa 20 mila fornitori con un giro d’affari complessivo di 90 miliardi di euro. Di pari passo, restando sul fronte dell’innovazione e del rinnovamento tecnologico, il nostro Paese accelera su fronte dell’Intelligenza artificiale, snodo strategico per le strategie politiche ed economiche del futuro. Il governo, in particolare, intende migliorare il posizionamento competitivo italiano all’interno di un quadro internazionale complesso e frammentato. L’Italia, ad ogni modo, può senz’altro giocare le proprie carte a partire da comunità di ricerca attiva nel campo dell’Intelligenza Artificiale, capace di eccellere in campi che vanno dal Machine/Deep learning al Data mining, fino all’analisi dei Big Data, forte di istituzioni all’avanguardia nel settore come il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), la Fondazione Bruno Kessler e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit), ma anche di istituti come il centro Hpf (High performance computing) di Cineca e Infn. Del resto, di pari passo, in Italia sta crescendo un contesto favorevole per le scaleup, e malgrado un gap persistente rispetto a Spagna, Francia e Germania, l’ecosistema nazionale si sta allargando raggiungendo ulteriori gradi di innovazione.

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