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Cave e lapidei in Sicilia: oneri ambientali alle stelle e rischio paralisi per il settore estrattivo

In Sicilia, il comparto delle cave e dei materiali lapidei si trova al centro di un acceso dibattito, a causa dell'introduzione di nuovi oneri ambientali che minacciano la sostenibilità economica delle imprese del settore. Le recenti disposizioni regionali, volte a garantire una maggiore tutela ambientale, impongono costi aggiuntivi significativi alle aziende estrattive, suscitando preoccupazione tra gli operatori e le associazioni di categoria.


Un settore strategico sotto pressione

Il settore estrattivo siciliano rappresenta una componente fondamentale dell'economia regionale, con una lunga tradizione nella produzione di materiali lapidei di pregio come il marmo di Custonaci e la pietra di Comiso. Tuttavia, l'introduzione di nuovi oneri ambientali, che si aggiungono a quelli già esistenti, rischia di compromettere la competitività delle imprese locali, già messe a dura prova dalla concorrenza internazionale e dall'aumento dei costi di produzione.


Le nuove disposizioni regionali

La Regione Siciliana ha recentemente approvato una serie di misure volte a rafforzare la tutela ambientale nelle attività estrattive. Tra queste, l'obbligo per le aziende di versare contributi aggiuntivi destinati al ripristino ambientale delle aree di cava e alla compensazione degli impatti sul territorio. Sebbene l'obiettivo sia condivisibile, le modalità di attuazione e l'entità degli oneri imposti sollevano dubbi sulla loro sostenibilità per le imprese, in particolare per le piccole e medie realtà che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo regionale.


Le reazioni delle associazioni di categoria

Le associazioni di categoria, tra cui Confindustria Sicilia e l'Associazione Nazionale Cavatori, hanno espresso forte preoccupazione per le nuove misure, ritenute eccessivamente onerose e potenzialmente dannose per l'intero comparto. Secondo i rappresentanti del settore, l'aumento dei costi potrebbe portare alla chiusura di numerose attività, con conseguenze negative sull'occupazione e sull'economia locale. Le associazioni chiedono un confronto con le istituzioni per individuare soluzioni equilibrate che garantiscano la tutela ambientale senza compromettere la sopravvivenza delle imprese.


L'impatto sull'occupazione e sul territorio

Il settore estrattivo in Sicilia impiega migliaia di lavoratori e rappresenta una fonte di reddito importante per molte comunità locali. La chiusura di cave e impianti di lavorazione a causa dell'aumento degli oneri ambientali avrebbe un impatto significativo sull'occupazione, in particolare nelle aree interne dell'isola, già colpite da fenomeni di spopolamento e crisi economica. Inoltre, la riduzione delle attività estrattive potrebbe avere ripercussioni su altri settori collegati, come il trasporto, la trasformazione e la commercializzazione dei materiali lapidei.


La necessità di un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità

Il dibattito in corso evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico e la tutela dell'ambiente. Le imprese del settore estrattivo riconoscono l'importanza di operare in modo sostenibile e sono disposte a investire in tecnologie e pratiche più rispettose dell'ambiente. Tuttavia, chiedono che le nuove misure siano proporzionate e tengano conto delle reali capacità economiche delle aziende, evitando di imporre oneri insostenibili che rischiano di compromettere l'intero comparto.


Proposte per una gestione sostenibile delle cave

Tra le proposte avanzate dalle associazioni di categoria vi è la richiesta di un sistema di incentivi per le imprese che adottano pratiche estrattive sostenibili e investono in tecnologie a basso impatto ambientale. Inoltre, si suggerisce l'istituzione di un tavolo tecnico permanente tra istituzioni, imprese e associazioni ambientaliste per monitorare l'attuazione delle misure e individuare eventuali correttivi. Un'altra proposta riguarda la possibilità di modulare gli oneri ambientali in base alla dimensione e alla capacità produttiva delle aziende, al fine di evitare che le piccole imprese siano penalizzate in modo sproporzionato.


Il ruolo delle istituzioni e la necessità di dialogo

Le istituzioni regionali sono chiamate a svolgere un ruolo di mediazione tra le esigenze di tutela ambientale e quelle di sviluppo economico. È fondamentale che le decisioni siano prese in un clima di dialogo e confronto con tutti gli attori coinvolti, al fine di individuare soluzioni condivise e sostenibili. Solo attraverso un approccio partecipativo e trasparente sarà possibile garantire la salvaguardia dell'ambiente senza compromettere il futuro del settore estrattivo in Sicilia.

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