Cartello sui titoli di Stato: confermate le sanzioni a Unicredit, UBS e altre banche europee
- Martina Migliorati
- 26 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato le sanzioni antitrust contro Unicredit e altri sei colossi bancari per un cartello sui titoli di Stato, svelato dalla Commissione europea.
La sentenza, resa pubblica il 26 marzo 2025, arriva a conclusione di un lungo contenzioso e ribadisce la “particolare gravità” delle pratiche illecite adottate tra il 2007 e il 2011, nel pieno della crisi finanziaria globale.
Il cartello coinvolge sette istituti di investimento, tra cui Bank of America, Natixis, Portigon, UBS, Nomura e Unicredit.
Le accuse riguardano lo scambio sistematico di informazioni riservate e pratiche collusive tra trader per ottenere vantaggi competitivi sia nelle aste primarie che nelle negoziazioni secondarie dei titoli di Stato in euro.
I contatti avvenivano in cerchie ristrette, utilizzando le chat del terminale Bloomberg per condividere prezzi, volumi e strategie operative.
Le sanzioni confermate dal Tribunale ammontano a circa 363 milioni di euro, con lievi riduzioni solo per Unicredit e Nomura.
Unicredit, inizialmente multata per 69,4 milioni, dovrà pagare 65 milioni.
A Nomura è stato riconosciuto uno sconto di 3,9 milioni, con una sanzione definitiva di 125,6 milioni, invariata invece la posizione di UBS, che dovrà versare 172,3 milioni di euro.
L’inchiesta era stata avviata dall’Antitrust della Commissione europea e si era conclusa con una decisione del 2021 che comminava multe per complessivi 371 milioni.
Secondo l’organo comunitario, i comportamenti sanzionati alteravano in modo significativo il corretto funzionamento del mercato finanziario europeo, in una fase di particolare fragilità economica per gli Stati membri.
Il Tribunale dell’Ue ha confermato l’impostazione della Commissione, affermando che, vista la natura dell’accordo illecito, non era necessario dimostrare effetti concreti sul mercato ma la semplice esistenza dell’intesa tra banche era sufficiente a giustificare le sanzioni.
I giudici hanno inoltre sottolineato come tali pratiche colpiscano duramente la concorrenza in un settore cruciale, aggravando la posizione degli stessi Stati che, nel periodo in questione, erano costretti a intervenire con fondi pubblici per sostenere il sistema bancario.
All’indomani della decisione, Unicredit ha annunciato di non condividere il giudizio del Tribunale e ha fatto sapere di star valutando un possibile ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Anche UBS ha dichiarato di essere in fase di analisi, lasciando intendere che potrebbero esserci sviluppi futuri sul fronte legale.
Comentários