Wall Street in calo, crollano i titoli cinesi e aumentano i timori per la crescita globale
- piscitellidaniel
- 4 apr
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Wall Street ha subito un nuovo pesante crollo venerdì, per la seconda sessione consecutiva, con il Nasdaq vicino a entrare in un mercato ribassista. A scatenare la nuova ondata di vendite è stata la decisione della Cina di imporre dazi su tutti i prodotti statunitensi, in risposta alle pesanti tariffe introdotte dall’amministrazione Trump, intensificando ulteriormente la guerra commerciale globale.
Il ministero delle Finanze cinese ha annunciato venerdì che, a partire dal 10 aprile, verranno applicati dazi aggiuntivi del 34% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti. La mossa segue l’inasprimento delle barriere tariffarie deciso in settimana dal presidente Trump, che ha portato i dazi ai livelli più alti da oltre un secolo.
Questa escalation ha scosso profondamente i mercati finanziari globali e alimentato i timori di una recessione. JP Morgan ha rivisto al rialzo le probabilità di un rallentamento economico globale, stimandole al 60% entro la fine dell’anno, rispetto al 40% precedente.
Il Nasdaq Composite è sceso del 4,07% a 15.877,69 punti alle 11:36 ET, perdendo il 20% rispetto al suo massimo storico di chiusura raggiunto a dicembre. Una chiusura al di sotto di tale soglia confermerebbe ufficialmente l’ingresso in un mercato ribassista.
Nel frattempo, l’S&P 500 e il Nasdaq si avviano a registrare il peggior calo settimanale dal marzo 2020, mentre il Dow Jones si prepara alla sua settimana peggiore da ottobre dello stesso anno.
Giovedì, Wall Street ha vissuto uno dei suoi peggiori crolli giornalieri degli ultimi anni, dopo che il presidente Trump ha annunciato l’imposizione di una tariffa del 10% sulla maggior parte delle importazioni negli Stati Uniti, accompagnata da dazi ancora più elevati su decine di altri Paesi.
Negli ultimi tempi, gli investitori hanno progressivamente abbandonato gli asset più rischiosi, come azioni e materie prime, temendo che l'escalation dei dazi possa rallentare l'economia globale. Questo li ha spinti a rifugiarsi in beni più sicuri come i titoli di Stato e l’oro.
Venerdì, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha messo in guardia sugli effetti potenzialmente destabilizzanti delle nuove tariffe imposte da Trump, sottolineando che potrebbero alimentare l'inflazione e frenare la crescita economica. La situazione potrebbe costringere la banca centrale a prendere decisioni complesse nei prossimi mesi.
Nel frattempo, i mercati continuano a scommettere su un atteggiamento più accomodante della Fed. I future sui tassi indicano aspettative di tagli complessivi per 100 punti base entro la fine dell’anno, in aumento rispetto ai circa 75 punti base previsti solo una settimana fa.
Il Dow Jones Industrial Average è sceso del 3,49% a 39.128,86 punti, scendendo del 10% rispetto alla chiusura record e sulla buona strada per confermare una correzione. L'S&P 500 è sceso del 4,07% a 15.877,69.
Le azioni statunitensi delle principali aziende cinesi sono crollate bruscamente: JD.com, Alibaba (NYSE: BABA) e Baidu (NASDAQ: BIDU) hanno registrato perdite superiori al 9% ciascuna.
Anche le società americane fortemente esposte al mercato cinese hanno subito forti ribassi. Tra queste, Apple (NASDAQ: AAPL) ha perso il 4,7%, contribuendo al calo generalizzato dei titoli tech.
L’indice di volatilità CBOE, spesso definito “l’indicatore della paura” di Wall Street, è balzato al livello più alto degli ultimi otto mesi, raggiungendo quota 34,71.
Venerdì, i titoli bancari statunitensi hanno continuato a scendere, seguendo un trend negativo globale. Gli investitori temono che le tariffe commerciali possano frenare la crescita economica, spingendo le banche centrali verso ulteriori tagli dei tassi di interesse.
Il rendimento dei Treasury decennali è scivolato al livello più basso degli ultimi sei mesi, attestandosi al 3,938%.
Intanto, un rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che a marzo l’economia statunitense ha creato un numero di posti di lavoro superiore alle attese. Tuttavia, le tariffe doganali imposte da Trump rischiano di mettere sotto pressione il mercato del lavoro nei prossimi mesi, soprattutto in un contesto di fiducia delle imprese in calo.
Sul NYSE, il rapporto tra titoli in calo e quelli in rialzo è stato di 8,82 a 1, mentre sul Nasdaq è stato di 6,38 a 1.
Nelle ultime 52 settimane, l’S&P 500 ha registrato 10 nuovi massimi e 138 nuovi minimi, mentre il Nasdaq Composite ha segnalato 11 nuovi massimi contro ben 946 nuovi minimi.
Fonte: investing.com
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