Trump interrompe i colloqui commerciali con il Canada: la tassa sui servizi digitali al centro della disputa
- piscitellidaniel
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L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la sospensione immediata dei negoziati commerciali con il Canada, citando come causa principale l’introduzione da parte canadese di una tassa sui servizi digitali che colpirebbe aziende tecnologiche statunitensi. I colloqui che fino a poche settimane fa erano considerati parte di una più ampia strategia di cooperazione economica nordamericana sono stati bruscamente interrotti, segnalando una battuta d’arresto nelle relazioni commerciali tra i due Paesi.
Secondo quanto dichiarato dalla Casa Bianca, la tassa canadese rappresenterebbe «un attacco diretto e palese al nostro Paese», con conseguente decisione statunitense di «porre fine a tutte le discussioni sul commercio con il Canada, con effetto immediato». Il presidente Trump ha inoltre minacciato l’imposizione di nuove tariffe doganali sui prodotti canadesi, da definire entro i prossimi sette giorni. Questo sviluppo arriva in un momento in cui il Canada è uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti e la misura rischia di innescare tensioni anche nei settori agricolo, energetico e dei materiali grezzi, già sensibili nelle relazioni bilaterali.
L’interruzione dei colloqui coinvolge direttamente la disciplina dei servizi digitali, settore in cui le piattaforme e le corporation statunitensi hanno un peso rilevante. La tassa canadese disciplinerebbe i criteri di tassazione delle attività digitali e, secondo Washington, metterebbe in grave difficoltà le imprese Usa operanti nel Paese nordamericano. Il governo canadese sostiene invece che la misura risponda alla necessità di allinearsi agli standard internazionali sul contributo fiscale delle grandi piattaforme digitali, in un contesto globale caratterizzato da crescente pressione sulle imposte legate all’economia digitale.
Dal punto di vista commerciale, la decisione statunitense avrà ripercussioni non solo sulla bilaterale ma anche sul mercato nord-americano più ampio. Il Canada esporta negli Stati Uniti una molteplicità di beni — dal lattiero-caseario all’energia, dai materiali all’auto — e le minacce di aumento dei dazi da parte americana creano un clima di incertezza. Le imprese canadesi rischiano costi maggiori per l’accesso al mercato statunitense, mentre quelle statunitensi potrebbero trovare difficoltà nelle catene di approvvigionamento e nell’importazione di materie prime. Nell’ambito agricolo, ad esempio, i dazi canadesi sui prodotti lattiero-caseari statunitensi avevano già sollevato tensioni, e ora la rottura dei colloqui potenzialmente alimenta ritorsioni e misure protezionistiche.
Nel contesto geopolitico e strategico, la decisione assume una valenza più ampia: dimostra la volontà degli Stati Uniti di utilizzare leve commerciali e tariffarie per esercitare pressione su partner considerati troppo favorabili alle esigenze europee o globali degli operatori digitali. La rottura con il Canada segnala che la strategia commerciale americana non si limita più alla Cina o all’Europa, ma si spinge anche verso paesi tradizionalmente amici e alleati. Ciò pone interrogativi sulla stabilità del regime di libero scambio nordamericano e sull’efficacia dei meccanismi multilaterali che finora hanno regolato le relazioni negli scambi tra Stati Uniti, Canada e Messico.
Per le imprese e i mercati, l’allarme è già partito: le potenziali tariffe minacciate potrebbero riguardare settori chiave come acciaio, alluminio, prodotti agricoli e componentistica industriale, tutti comparti in cui il Canada ha una forte presenza esportatrice verso gli Stati Uniti. Anche il settore dell’energia – gas naturale, petrolio, elettricità – potrebbe essere coinvolto, dato che il Canada rappresenta un fornitore rilevante per il mercato nordamericano. Le aziende dovranno valutare con attenzione la variazione dei costi, la possibile instabilità tariffaria e l’effetto sulle catene globali di fornitura.
La decisione di sospendere i negoziati è stata comunicata attraverso post sui social da parte del presidente Trump, nel quale è stato definito il Canada «un Paese molto difficile con cui commerciare». Il presidente ha inoltre sottolineato che le nuove tariffe saranno rese note a breve e che l’amministrazione Usa intende perseguire «rapporti commerciali equi» rafforzando la propria posizione negoziale. La reazione del governo canadese è al momento cauta, ma venuta dopo che il Canada aveva approvato la tassa sui servizi digitali, convinto che la misura fosse conforme ai principi di equità fiscale internazionale e allineata alle indicazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico circa l’economia digitale.
La situazione apre scenari complessi per la cooperazione economica nordamericana: la sospensione dei colloqui significa che una revisione dei dazi reciproci e l’aggiornamento degli accordi commerciali potrebbero essere congelati o rinegoziati in condizioni più difficili. Le imprese che operano tra i due Paesi dovranno strutturare piani di contingenza, monitorare l’evoluzione delle tariffe e adattarsi a un regime che appare più conflittuale e meno predecibile rispetto al recente passato.

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