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Schlein rilancia la tassa sui grandi patrimoni, Conte frena: tensioni nel campo largo sulla strategia fiscale del centrosinistra

Il dibattito all’interno del centrosinistra si riaccende dopo la proposta avanzata dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, di introdurre una tassa sui grandi patrimoni, definita “superpatrimoniale”. L’iniziativa, presentata come strumento di riequilibrio sociale e di giustizia fiscale, punta a colpire le ricchezze più elevate per finanziare politiche di welfare, sostegno ai redditi bassi e servizi pubblici essenziali. La misura è stata subito ribattezzata “Mamdani tax”, in riferimento all’economista che ne ha teorizzato i principi a livello internazionale, e si inserisce nel tentativo di rafforzare l’identità progressista del Pd e costruire un programma comune per il cosiddetto “campo largo”.


Il rilancio della patrimoniale nasce dal crescente bisogno di risorse per sostenere le politiche redistributive e per far fronte al rallentamento della crescita economica. Schlein ha sottolineato la necessità di “correggere le disuguaglianze attraverso un sistema fiscale più equo”, sostenendo che “chi ha di più deve contribuire di più”. L’idea trova consenso in ampi settori della sinistra sociale e dei sindacati, che vedono nella misura un passo per riportare al centro la questione della redistribuzione della ricchezza. Tuttavia, il progetto incontra resistenze interne ed esterne alla coalizione, con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che, pur non respingendo del tutto l’ipotesi, invita alla cautela, affermando che “non servono slogan, ma soluzioni sostenibili e coordinate a livello europeo”.


L’approccio di Conte è legato alla preoccupazione per gli effetti economici e finanziari di una patrimoniale nazionale non armonizzata con gli altri Paesi europei. Il rischio di fuga dei capitali e la difficoltà di individuare criteri equi di applicazione sono elementi che, secondo il Movimento 5 Stelle, richiedono una riflessione tecnica più approfondita. Allo stesso tempo, il partito non vuole apparire come un ostacolo alla costruzione del “campo largo” e preferisce collocarsi su una linea di prudenza, lasciando al Partito Democratico la responsabilità di guidare il dibattito.


Dal punto di vista politico, la proposta di Schlein rappresenta un segnale forte verso la base progressista del partito e un tentativo di imprimere un cambio di direzione rispetto al recente passato, quando il Pd era stato accusato di aver adottato posizioni troppo moderate in materia economica. Il tema della tassazione dei grandi patrimoni diventa così anche una leva identitaria per differenziare il partito dal governo guidato da Giorgia Meloni, che ha escluso categoricamente l’introduzione di qualunque nuova imposta patrimoniale. La premier ha ribadito che la priorità del governo resta la riduzione della pressione fiscale complessiva, non la sua redistribuzione.


Il rilancio della patrimoniale, tuttavia, non si limita a una questione fiscale. Si inserisce in una strategia più ampia che mira a ridefinire l’alleanza progressista. L’obiettivo di Schlein è ricomporre il quadro delle opposizioni attorno a un’agenda sociale e ambientale comune, capace di unire forze differenti come il Pd, il Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Verdi. La patrimoniale, in questo contesto, diventa un banco di prova della compatibilità programmatica tra le diverse componenti del fronte alternativo alla destra. Le prime reazioni mostrano che la distanza tra le posizioni dei vari partiti resta ampia, in particolare tra chi invoca una riforma strutturale del fisco e chi preferisce limitarsi a interventi mirati contro l’evasione.


All’interno dello stesso Partito Democratico non mancano sfumature diverse. Alcuni esponenti dell’area riformista invitano a non esasperare la contrapposizione ideologica, ricordando che una misura del genere potrebbe spaventare i ceti medi e alimentare una percezione di instabilità economica. Altri, invece, sostengono che la proposta rappresenti finalmente un ritorno a un’identità autenticamente di sinistra, capace di parlare ai lavoratori, ai giovani precari e a chi chiede maggiore giustizia sociale. Il confronto interno si sta traducendo in un acceso dibattito sulle modalità di applicazione: soglie, aliquote e destinazione delle risorse restano ancora da definire.


L’ipotesi di una tassa progressiva sui grandi patrimoni, che colpisca in misura proporzionata solo le fasce più elevate della ricchezza, è quella più accreditata negli ambienti vicini alla segreteria. Si ipotizza che la soglia di applicazione possa partire da patrimoni superiori ai cinque milioni di euro, con aliquote crescenti e deduzioni per investimenti produttivi e beni strumentali. La misura, secondo i promotori, avrebbe un valore più simbolico che finanziario, mirato a ristabilire un principio di giustizia e di solidarietà fiscale. Tuttavia, economisti e tecnici dei ministeri mettono in guardia contro il rischio che la misura produca effetti marginali sul gettito e generi, al contrario, distorsioni di comportamento nei mercati finanziari.


L’uscita pubblica di Schlein ha avuto l’effetto di riaccendere il confronto su un tema che, da decenni, divide il panorama politico italiano. La segretaria punta a riportare il Pd su una linea di coerenza programmatica rispetto agli impegni europei di riduzione delle disuguaglianze e a rilanciare il dialogo con le forze sociali. Conte, dal canto suo, preferisce mantenere un approccio pragmatico e non ideologico, evitando che la questione fiscale si trasformi in una barriera alla collaborazione politica in vista delle prossime scadenze elettorali.


La distanza tra i due leader rimane evidente ma non insanabile. Entrambi condividono la necessità di costruire un fronte politico alternativo alla destra, ma divergono sugli strumenti e sulla priorità delle misure economiche. Il dibattito sulla patrimoniale diventa così lo specchio di un più ampio confronto strategico sulla natura del “campo largo”: un progetto che dovrà trovare equilibrio tra radicalità sociale e realismo politico, tra idealismo e sostenibilità economica.

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