top of page

Nexi, il fondo statunitense TPG offre un miliardo per il digital banking: il gruppo valuta la cessione per rifocalizzare il business dei pagamenti

Nexi torna al centro dell’attenzione dei mercati finanziari dopo la manifestazione d’interesse del fondo americano TPG, che avrebbe presentato un’offerta da circa un miliardo di euro per l’acquisizione del ramo digital banking del gruppo. L’operazione, ancora in fase preliminare, rientrerebbe in un più ampio processo di riorganizzazione strategica che punta a concentrare le attività di Nexi nel core business dei pagamenti digitali e dei servizi fintech ad alto valore aggiunto. Secondo fonti vicine al dossier, la proposta di TPG è considerata concreta e strutturata, tanto che il consiglio di amministrazione della società ha già avviato un’analisi approfondita per valutarne la sostenibilità industriale e finanziaria.


Il ramo digital banking di Nexi rappresenta una delle componenti storiche dell’ex CartaSi e gestisce una vasta gamma di servizi per banche e istituti finanziari, tra cui l’emissione di carte, la gestione delle transazioni e le piattaforme di home banking. Negli ultimi anni, tuttavia, la divisione ha mostrato una crescita più lenta rispetto ai segmenti dei pagamenti elettronici e dell’e-commerce, oggi considerati strategici per lo sviluppo del gruppo. La possibile cessione consentirebbe a Nexi di rafforzare la propria posizione nei mercati europei dei pagamenti, riducendo l’indebitamento e liberando risorse per nuovi investimenti in innovazione e tecnologie digitali.


Il fondo TPG, uno dei maggiori investitori internazionali nel private equity, avrebbe messo sul tavolo un’offerta superiore alle attese iniziali, valutando il ramo digital banking intorno a dieci volte l’ebitda. L’interesse del fondo americano per l’asset italiano si inserisce in una strategia più ampia di espansione nel settore fintech europeo, dove TPG ha già partecipazioni in società di servizi finanziari digitali e piattaforme di pagamento. L’operazione, se portata a termine, rappresenterebbe uno dei principali deal del 2025 nel comparto tecnologico-finanziario italiano, con ricadute significative sul mercato dei servizi digitali per le banche.


Secondo gli analisti, la vendita del digital banking si inquadra nella volontà di Nexi di semplificare la propria struttura e focalizzarsi su un modello di business più agile e internazionale. Dopo le fusioni con Nets e SIA, la società ha ampliato la propria presenza in oltre 25 Paesi europei, assumendo la fisionomia di un vero e proprio campione continentale dei pagamenti. Tuttavia, il processo di integrazione tra le diverse piattaforme ha richiesto risorse ingenti e tempi più lunghi del previsto, mentre la concorrenza nel settore dei pagamenti si è intensificata con l’ingresso di nuovi operatori globali come Adyen, Stripe e Worldline.


La cessione del ramo digital banking potrebbe quindi rappresentare un passo strategico per semplificare la governance e ridurre i costi operativi. La società, guidata dall’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo, sta lavorando a un piano industriale che prevede una maggiore focalizzazione sui pagamenti digitali, sui servizi per le imprese e sulle soluzioni di open banking. In questo contesto, l’uscita da un settore a bassa marginalità come il digital banking tradizionale appare coerente con la volontà di concentrarsi su aree più dinamiche e tecnologicamente avanzate.


La decisione, tuttavia, non è priva di rischi. Il digital banking rappresenta ancora una fonte stabile di ricavi ricorrenti e un presidio strategico nei rapporti con le banche partner. Una sua cessione totale potrebbe comportare una perdita di integrazione verticale tra le diverse linee di business e una riduzione della capacità di offrire soluzioni end-to-end ai clienti istituzionali. Per questo motivo, Nexi starebbe valutando anche ipotesi alternative, come la cessione di una quota di minoranza o la creazione di una joint venture con TPG, mantenendo una partecipazione di controllo o un’influenza strategica nella governance della nuova società.


Sul fronte finanziario, l’operazione potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo l’indebitamento netto del gruppo, che dopo le operazioni di fusione e acquisizione degli ultimi anni si attesta a circa 5,5 miliardi di euro. Le risorse derivanti dalla cessione potrebbero essere utilizzate per finanziare la crescita organica e nuovi investimenti nel campo delle tecnologie di pagamento, dell’intelligenza artificiale applicata ai servizi finanziari e della cybersecurity. L’obiettivo è rafforzare la competitività del gruppo in un settore che sta attraversando una profonda trasformazione, spinta dalla digitalizzazione dei consumi e dall’evoluzione normativa europea sui sistemi di pagamento.


L’interesse di TPG conferma il forte appeal del mercato italiano dei servizi finanziari digitali, che negli ultimi anni ha attirato numerosi fondi internazionali. Il segmento dei pagamenti elettronici, in particolare, registra una crescita costante, trainata dalla diffusione dei pagamenti contactless, dalle piattaforme di e-commerce e dalle nuove generazioni di wallet digitali. Secondo i dati più recenti, il valore complessivo delle transazioni digitali in Italia ha superato i 400 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 12% su base annua.


L’operazione si inserisce anche in un contesto di progressivo consolidamento del settore. In tutta Europa, le grandi società di pagamento stanno razionalizzando le proprie attività, puntando su efficienza, scala e innovazione. L’Italia, grazie alla posizione di Nexi, rappresenta un hub strategico per lo sviluppo di piattaforme digitali integrate, in grado di offrire servizi a banche, imprese e consumatori. Gli analisti sottolineano che una cessione al fondo TPG, se confermata, permetterebbe di accelerare questo processo, attirando capitali esteri e favorendo la crescita tecnologica del comparto.


Le trattative, secondo quanto emerge da ambienti finanziari, sono in una fase interlocutoria ma avanzata. Nexi ha incaricato un advisor internazionale per valutare le condizioni economiche e industriali dell’offerta, mentre TPG avrebbe già avviato le attività di due diligence. L’operazione potrebbe essere annunciata ufficialmente entro la fine dell’anno, ma resta subordinata all’approvazione delle autorità di vigilanza e al via libera del consiglio di amministrazione.


Nel frattempo, il titolo Nexi ha registrato un incremento in Borsa dopo le prime indiscrezioni sull’interesse del fondo americano. Gli investitori hanno accolto positivamente la prospettiva di una semplificazione del perimetro operativo e di un miglioramento della posizione finanziaria netta, interpretando la possibile cessione come un segnale di discontinuità strategica. Tuttavia, i mercati restano cauti in attesa di dettagli ufficiali sulle condizioni dell’offerta e sull’eventuale impatto industriale dell’operazione.


La trattativa tra Nexi e TPG si inserisce infine in una dinamica più ampia di ridefinizione del rapporto tra finanza tradizionale e innovazione tecnologica. Le banche, sempre più orientate verso modelli digitali, si appoggiano a partner tecnologici esterni per gestire i servizi di pagamento e le infrastrutture informatiche. In questo scenario, il gruppo italiano potrebbe diventare un player sempre più specializzato e agile, capace di competere con i giganti internazionali del fintech, puntando su integrazione, sicurezza e innovazione come leve per la crescita sostenibile nel mercato europeo dei pagamenti digitali.

Post correlati

Mostra tutti

Commenti


Le ultime notizie

bottom of page