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Luca Brivio

OpenAI: la trasformazione da no-profit a for-profit e l'addio di Mira Murati


OpenAI, una delle aziende più innovative della Silicon Valley, si prepara a una svolta cruciale. Nata come organizzazione no-profit con l'obiettivo di sviluppare l'intelligenza artificiale per il bene dell'umanità, ora sta per diventare una società a scopo di lucro. Questa trasformazione è destinata a cambiare il panorama dell'intelligenza artificiale (IA) e del mondo degli investimenti.

OpenAI diventa una società for-profit

La decisione di OpenAI di cambiare il suo status giuridico da no-profit a for-profit è legata principalmente alla necessità di attrarre nuovi capitali. Attualmente guidata dal CEO Sam Altman, l'azienda è in cerca di finanziamenti pari a 6 miliardi di dollari per raggiungere una valutazione stimata di 150 miliardi. Questo passaggio a una struttura commerciale più tradizionale risponde anche alla crescente domanda di risorse tecnologiche ed energetiche per lo sviluppo di una super intelligenza artificiale.

Mira Murati lascia OpenAI

In contemporanea con questo cambiamento, Mira Murati, figura di spicco nello sviluppo di prodotti chiave come ChatGPT e DALL-E, ha annunciato il suo addio a OpenAI. Le ragioni ufficiali del suo abbandono non sono state chiarite, ma potrebbero essere correlate al cambiamento di rotta dell'azienda. La Murati, ingegnere albanese laureata a Dartmouth, ha avuto un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'intelligenza artificiale e il suo abbandono rappresenta una perdita significativa per OpenAI.

Investimenti e crescita di OpenAI

Il passaggio di OpenAI a una società for-profit è dettato anche dalle pressioni degli investitori. Grandi nomi come Apple e Nvidia sono pronti a iniettare miliardi nell'azienda, ma vogliono garanzie sul ritorno economico. Questo scenario ha costretto Altman e il consiglio di amministrazione a rivedere la struttura societaria, in modo da facilitare l'accesso ai mercati finanziari e soddisfare le esigenze di Wall Street.

L’obiettivo della superintelligenza

Un altro fattore determinante nella scelta di OpenAI è l'obiettivo finale di Altman: raggiungere una super intelligenza artificiale (AGI). Questo progetto ambizioso richiede risorse enormi, sia in termini di energia che di processori, che una struttura no-profit non è in grado di sostenere. Altman ha più volte espresso la sua convinzione che la superintelligenza possa essere raggiunta in tempi relativamente brevi, e questa transizione societaria potrebbe accelerare il percorso verso quell'obiettivo.

La querelle con Elon Musk

Il cambiamento della missione originale di OpenAI ha suscitato critiche, soprattutto da parte di Elon Musk, uno dei co-fondatori dell’azienda. Musk ha lasciato OpenAI nel 2018 e da allora ha accusato Altman di aver tradito l’obiettivo iniziale di creare un’IA per il beneficio dell’umanità, criticando la crescente partnership con Microsoft. Musk ritiene che OpenAI sia diventata troppo orientata al profitto e abbia perso di vista la trasparenza e l'accessibilità inizialmente promesse.

OpenAI e il futuro dell'intelligenza artificiale

Con questa trasformazione, OpenAI si posiziona come uno dei principali attori globali nel settore dell'intelligenza artificiale. Se l’azienda riuscirà a coniugare il suo impegno iniziale con la necessità di generare profitti, potrebbe continuare a guidare l’innovazione tecnologica nel prossimo decennio. Tuttavia, la sfida rimane quella di bilanciare lo sviluppo etico dell'IA con gli interessi degli investitori.

Conclusione

La trasformazione di OpenAI da no-profit a for-profit segna un punto di svolta nell'industria tecnologica e nel mondo degli investimenti. Con una valutazione di mercato in rapida crescita e l'obiettivo di sviluppare una super intelligenza, OpenAI si prepara a ridefinire il futuro dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, la strada verso il successo non sarà priva di sfide, specialmente in termini di fiducia e trasparenza.

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