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Luca Brivio

"Nuova Via della Seta": gli impatti della rottura dell'accordo


La Belt and Road Initiative (BRI), più comunemente conosciuta come la Nuova Via della Seta, è un ambizioso progetto cinese per creare una rete di collegamenti economici tra Asia, Europa e Africa attraverso la costruzione di infrastrutture e il potenziamento del commercio. Questa iniziativa mira a rafforzare la connettività tra le regioni coinvolte e promuovere lo sviluppo economico e culturale. Si compone di due principali componenti: la Cintura Economica della Via della Seta, che riguarda le vie terrestri di collegamento, e la Via della Seta Marittima del 21° secolo, che si concentra sul miglioramento delle rotte marittime e dei porti. Tuttavia, preoccupazioni riguardo all'influenza politica cinese e alla sostenibilità degli investimenti hanno portato l'Italia a ritirarsi dall'accordo in modo soft. Il governo italiano ha dichiarato l'intenzione di stabilire un partenariato strategico con la Cina per rafforzare le relazioni bilaterali e approfondire il dialogo su questioni di interesse comune. Questo passo riflette le crescenti preoccupazioni internazionali riguardo agli aspetti politici ed economici della BRI.

Queste preoccupazioni sono state rafforzate dalla mancanza di risultati concreti sul piano geopolitico: «I risultati sono stati piuttosto limitati: molti accordi erano già preesistenti: il memorandum è stato un cappello formale a collaborazioni già in essere», ha spiegato a Pagella Politica Francesca Ghiretti, analista del Mercator institute for China studies. In seguito ai cambiamenti geopolitici e alle tensioni internazionali, l'Italia ha optato per un'uscita prudente dalla Nuova Via della Seta, mantenendo però l'obiettivo di rafforzare la cooperazione con la Cina in settori di reciproco interesse. Questa decisione indica un approccio più cauto alla partecipazione italiana all'iniziativa, mantenendo tuttavia aperta la porta per futuri sviluppi nelle relazioni bilaterali tra i due paesi.

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