Il rallentamento del commercio mondiale contagia anche la manifattura lombarda. L’export nel secondo trimestre, sotto il peso della contrazione della domanda mondiale perde punti: il valore delle esportazioni cala dello 0,9% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, ma rimane in prossimità del punto di massimo storico. Più intensa la contrazione del valore delle importazioni (-6,0% tendenziale). Lo spostamento della domanda verso i servizi e l’effetto negativo sul consumo di beni dovuto alle politiche monetarie, mettono in crisi l’attività industriale e rallentano la domanda mondiale di beni. Pesano di più nel calo dell’export lombardo: metalli di base e prodotti in metallo (-12,3% tendenziale), sostanze e prodotti chimici (-11,2%) seguiti dai prodotti in gomma e materie plastiche (-5,6%). Ancora in crescita, invece, le esportazioni delle restanti categorie, con i migliori risultati per articoli farmaceutici (+12,3%), mezzi di trasporto (+11,4%), altri prodotti come gioielleria e bigiotteria (+8,5%) e macchinari ed apparecchi (+5,2%). L’attività della filiera dei mezzi di trasporto è favorita dal calo della domanda globale dei microchip che porta a una maggior disponibilità di componenti e può ora smaltire gli ordini pregressi. Al rallentamento delle economie europee si aggiunge anche il calo delle importazioni USA che hanno trainato il commercio internazionale nella prima parte del 2022. Segno negativo diffuso nella principale area geografica di destinazione delle merci lombarde (-3,1% tendenziale verso Unione Europea), spinto dalla contrazione delle esportazioni verso la Germania (-12,0%) e la Spagna (-4,7%). Positivo il risultato dei paesi extra UE (+4,8%) con i flussi verso la Cina che crescono del 2,9% dopo lo stop dello scorso trimestre, ma pesano i segni negativi di Stati Uniti (-1,8%), Regno Unito (-5,3%), Israele (-6,0%) e Russia (-21,1%).
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