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La struttura statutaria nelle holding familiari

  • Immagine del redattore: Luca Baj
    Luca Baj
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

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La redazione dello statuto nella holding familiare richiede un’impostazione sartoriale, capace di riflettere gli equilibri interni e le aspettative dei soci. La scelta del tipo societario incide direttamente sulla possibilità di modellare diritti, governance e circolazione delle partecipazioni. Nella prassi prevale la Srl, poiché consente di attribuire diritti particolari ai soci ai sensi dell’articolo 2468, comma 3, modulando prerogative amministrative e patrimoniali in funzione delle diverse sensibilità familiari. È possibile ampliare la partecipazione ai processi decisionali rafforzando le competenze assembleari ex articolo 2479 e introducendo diritti di veto su deliberazioni strategiche, preservando l’equilibrio proprietario. Lo statuto può inoltre definire in modo puntuale la circolazione delle quote, le ipotesi di recesso e i meccanismi di esclusione, nonché prevedere strumenti di gestione dei conflitti tra amministratori mediante clausole di arbitraggio interno. La Srl consente anche di disciplinare il trasferimento mortis causa delle partecipazioni ex articolo 2469, introducendo clausole di continuazione, consolidazione o liquidazione, e di superare i limiti di durata dei patti parasociali previsti invece per le Spa. Anche la Spa offre ampi margini di personalizzazione, con categorie speciali di azioni ai sensi dell’articolo 2348, strumenti per garantire l’unitarietà di pacchetti azionari familiari, diritti di nomina o voto determinante e clausole di riscatto ex articolo 2437-sexies. Attraverso clausole di prelazione, gradimento e limitazioni ai trasferimenti mortis causa ex articolo 2355-bis, si preserva la stabilità della compagine. L’intervento sui quorum assembleari consente di attribuire ai soci qualificati un controllo sulle operazioni straordinarie, mentre la riduzione delle soglie per l’esercizio dei diritti corporativi potenzia l’incidenza delle minoranze. In entrambi i modelli possono essere introdotte clausole di way-out e strumenti di covendita, favorendo soluzioni efficienti nelle situazioni di stallo e assicurando la tutela dell’enterprise value in caso di cessione. Accanto alla disciplina statutaria, restano essenziali gli accordi parasociali, destinati a regolare aspetti non interamente collocabili nello statuto, quali requisiti di partecipazione alla governance, incarichi nel gruppo ed emolumenti dei soci-amministratori, completando così l’assetto della holding familiare.

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