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I Centri antiviolenza e le donne che hanno avviato il percorso di uscita dalla violenza - Anno 2023


La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e contro la violenza domestica (Istanbul, 2011) prevede che gli Stati aderenti predispongano “servizi specializzati di supporto immediato, nel breve e lungo periodo, per ogni vittima di un qualsiasi atto di violenza che rientra nel campo di applicazione” della Convenzione.


Successivamente alla ratifica in Italia della suddetta Convenzione, i Piani nazionali contro la violenza hanno segnato un importante cambio di passo nella conoscenza del sistema di protezione delle donne vittima di violenza.


L’Istat ha iniziato dal 2017 a rilevare dati attinenti al Sistema della Protezione delle donne vittime di violenza. Nel 2018 sono state avviate le Indagini sulle prestazioni ed erogazioni dei servizi offerti dai Centri Antiviolenza (CAV) e un’analoga rilevazione sulle Case rifugio, nel 2020 la rilevazione statistica sull’Utenza dei Centri Antiviolenza e la diffusione dei dati del numero di pubblica utilità (1522) contro la violenza e lo stalking. Queste rilevazioni sono realizzate in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO)[1] presso la Presidenza del Consiglio e con le Regioni.



[1] In base all’Accordo Istat – DPO del marzo 2017, e tutt’ora in vigore, all’Istat è affidato il compito di creare una banca dati sulla violenza di genere, al cui interno si collocano le rilevazioni inerenti ai Centri Antiviolenza e alle Case rifugio. Il Sistema informativo è anche alla base dell’Asse 4, Assistenza e Promozione, del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023.




Fonte: istat.it

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