Ford svaluta di 1,9 miliardi i piani sull’elettrico: cambia la strategia, stop ai modelli che non generano profitti
- piscitellidaniel
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Ford ha annunciato una svalutazione da 1,9 miliardi di dollari legata ai progetti sull’elettrico, segnando un punto di svolta nella strategia del gruppo e indicando un ripensamento profondo degli investimenti destinati ai modelli a batteria. La decisione arriva in un momento in cui diverse case automobilistiche stanno riconsiderando i propri piani di elettrificazione a causa della domanda più debole del previsto, dell’aumento dei costi e della forte competizione internazionale. Il colosso statunitense ha dichiarato di voler interrompere lo sviluppo di veicoli elettrici che non garantiscono ritorni economici adeguati, indirizzando le risorse su piattaforme ritenute più sostenibili dal punto di vista industriale e finanziario.
La svalutazione riflette il rallentamento dell’intero mercato elettrico, che mostra segnali di maturazione più lenta rispetto alle aspettative formulate negli anni di massima espansione. Il settore continua a crescere, ma non con i ritmi necessari a sostenere investimenti imponenti che molte aziende avevano pianificato. Nel caso di Ford, i costi della transizione si sono rivelati più elevati del previsto e la pressione concorrenziale dei produttori asiatici, in particolare cinesi, ha eroso i margini sui modelli destinati al mercato di massa. I vertici del gruppo hanno quindi scelto di adottare un approccio più selettivo, concentrandosi sulle linee di prodotto che mostrano un reale potenziale di redditività.
La nuova strategia prevede un ridimensionamento dell’offerta elettrica, con la sospensione di diversi progetti che non sono considerati sostenibili nel medio termine. Ford continuerà a puntare su veicoli elettrici di segmento premium e su modelli che hanno già dimostrato un buon posizionamento commerciale, ma ridurrà gli investimenti nelle piattaforme che richiedono volumi molto elevati per raggiungere la redditività. Il gruppo intende inoltre rafforzare l’integrazione tra elettrico e ibrido, una strategia già adottata da altri costruttori che guardano alla transizione con maggiore flessibilità tecnologica.
Il mercato statunitense rappresenta una delle principali variabili strategiche. La domanda di auto elettriche negli Stati Uniti sta crescendo, ma incontrando ostacoli legati al prezzo, all'autonomia e alla disponibilità di infrastrutture di ricarica. Molti consumatori mostrano ancora preferenze per i modelli a combustione tradizionale o ibridi, soprattutto nei segmenti più popolari come pick-up e SUV. Ford, che ha una forte presenza in questi mercati, deve quindi bilanciare l’esigenza di sostenere la transizione ecologica con la necessità di mantenere volumi di vendita e margini adeguati.
La svalutazione annunciata riflette anche l’impatto dell’aumento dei costi delle batterie e delle materie prime necessarie alla loro produzione. La volatilità dei prezzi del litio, del nichel e del cobalto, unita alla necessità di sviluppare filiere più sicure e sostenibili, ha reso più complessa la pianificazione industriale. Ford, come altri costruttori, sta investendo nella diversificazione delle tecnologie di accumulo e nella collaborazione con partner industriali per ridurre la dipendenza da fornitori esterni, ma questi processi richiedono tempi lunghi e ingenti risorse.
Il ridimensionamento dei piani elettrici avrà conseguenze anche sul fronte occupazionale e produttivo. Alcuni stabilimenti potrebbero vedere una riorganizzazione delle linee produttive, mentre altre fabbriche saranno riposizionate per supportare la produzione di modelli ibridi o di fascia alta. Il gruppo ha precisato che continuerà a investire nell’innovazione e nello sviluppo di tecnologie a zero emissioni, ma con un approccio più attento ai ritorni economici e alla sostenibilità industriale dell’intero ciclo produttivo.
La scelta di Ford si inserisce in un quadro globale più ampio, in cui molti costruttori stanno rivedendo al ribasso le proprie aspettative sull’elettrico. Il rallentamento della domanda, la pressione sui margini e l’incertezza normativa spingono le aziende a ricercare strategie più equilibrate, capaci di combinare transizione ecologica e stabilità finanziaria. La svalutazione da 1,9 miliardi di dollari rappresenta quindi non solo una correzione contabile, ma un segnale della volontà di adottare una visione più pragmatica di fronte a un mercato in rapida evoluzione.
Nonostante la revisione del piano, Ford conferma l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione del settore automobilistico, puntando su soluzioni che possano garantire redditività e competitività. La transizione proseguirà, ma con priorità più chiare e con un’organizzazione degli investimenti che tenga conto sia delle condizioni di mercato sia della sostenibilità industriale di lungo periodo.

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