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Campari, accordo con l’Agenzia delle Entrate: Lagfin verserà 405 milioni in quattro anni

Campari e la holding lussemburghese Lagfin hanno raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per la definizione di un contenzioso fiscale di lunga data, impegnandosi al versamento di 405 milioni di euro distribuiti nell’arco di quattro anni. L’intesa consente di chiudere una vicenda che aveva origine nella riorganizzazione societaria del gruppo e nelle contestazioni sollevate dall’Amministrazione finanziaria in merito al trattamento fiscale applicato ad alcune operazioni infragruppo. L’accordo, frutto di una trattativa complessa, permette a Campari di eliminare un elemento di incertezza potenzialmente rilevante per la governance e per la stabilità del gruppo, rafforzando al contempo la credibilità del rapporto con le istituzioni fiscali italiane.


L’intesa stabilisce un piano di pagamento dilazionato che punta a ridurre l’impatto finanziario immediato sul gruppo, mantenendo un equilibrio tra le esigenze dello Stato e quelle dell’azienda. Secondo quanto emerso, Lagfin, socio di controllo della società, si farà carico direttamente delle somme dovute, confermando la volontà di sostenere Campari nella gestione delle conseguenze economiche del contenzioso. Questa impostazione sottolinea il ruolo centrale della holding nella strategia del gruppo e il suo impegno a preservare la solidità della struttura patrimoniale e finanziaria dell’azienda. La scelta di distribuire il versamento su quattro anni contribuisce a evitare effetti significativi sui flussi di cassa e sulle prospettive di investimento di Campari.


Per il gruppo, l'accordo rappresenta un passaggio fondamentale in una fase di crescita internazionale caratterizzata da acquisizioni, ampliamento della rete distributiva e importanti investimenti nel portafoglio dei marchi. La rimozione del contenzioso consente all’azienda di concentrarsi sulle strategie di mercato, rafforzando la propria posizione nel settore delle bevande premium e nella distribuzione globale. In un contesto competitivo in rapida evoluzione, la certezza fiscale assume un valore determinante per attrarre investitori, programmare espansioni e preservare la reputazione del marchio.


La vicenda pone l’accento anche sul ruolo dell’Agenzia delle Entrate nella gestione dei rapporti con i grandi gruppi multinazionali. L’accordo raggiunto dimostra l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata e delle procedure conciliative, che permettono allo Stato di recuperare risorse economiche rilevanti senza lunghi contenziosi, e alle aziende di ottenere un quadro normativo più chiaro. La capacità di trovare un’intesa su una posizione fiscale così rilevante conferma la volontà dell’amministrazione di facilitare soluzioni equilibrate, pur garantendo il rispetto delle norme e la tutela dell’interesse pubblico.


Gli effetti dell’accordo saranno oggetto di valutazione anche da parte degli analisti finanziari, che considerano l’eliminazione del rischio fiscale un elemento positivo per il profilo creditizio del gruppo. Pur trattandosi di un impegno economico significativo, la sostenibilità dei pagamenti dilazionati e la solidità dei conti di Campari dovrebbero limitare l’impatto sul valore dell’azienda. Il settore delle bevande alcoliche premium, in cui il gruppo ricopre un ruolo di primo piano, continua infatti a mostrare performance resilienti, sostenute dall’espansione sui mercati americani e dall’apprezzamento dei marchi storici del portafoglio.


Il contenzioso chiuso oggi si inserisce in un quadro più ampio di attenzione alla fiscalità dei gruppi multinazionali, tema centrale nelle politiche europee e internazionali. La definizione dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate contribuisce a chiarire aspetti interpretativi che spesso generano incertezza nel settore, specie in relazione a operazioni di riorganizzazione societaria e allocazione dei profitti. Per Campari, la conclusione della vicenda segna un punto di svolta: un capitolo complesso si chiude, mentre il gruppo guarda con maggiore serenità alle sfide della crescita globale e al consolidamento dell’identità italiana di uno dei marchi più rappresentativi dell’industria nazionale.

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