Edilizia sostenibile: Intervista a Marco Vanoncini, AD di Vanoncini SPA
- Luca Brivio
- 24 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Abbiamo realizzato un'intervista scritta a Marco Vanoncini, amministratore delegato dell'azienda edile Vanoncini Spa, che da 40 anni si occupa di edilizia sostenibile in Italia
- Da che idea nasce Vanoncini e di cosa si occupa oggi in breve?
Vanoncini nasce oltre 40 anni fa, con l’obiettivo di innovare il settore edile italiano, introducendo tecnologie per niente conosciute in Italia. Fin dall’inizio si focalizza sul sistema costruttivo a secco come elemento centrale delle proprie attività. L’intuizione di Pietro Antonio Vanoncini si rivelerà esatta, nel corso degli anni questo sistema costruttivo si è diffuso per le performance tecniche (isolamento, acustica, protezione al fuoco), la velocità dei tempi di realizzazione e per il suo basso impatto ambientale.
Oggi, Vanoncini progetta e realizza edifici di vario genere utilizzando tecniche di costruzione a secco, commercializza materiali edili di alta qualità e offre formazione professionale per artigiani e progettisti, promuovendo un'edilizia sostenibile e tecnologicamente avanzata.
- Che cosa significa edilizia sostenibile per Vanoncini?
Parte del DNA aziendale, l'edilizia sostenibile rappresenta in Vanoncini un approccio integrato alla progettazione, costruzione e gestione degli edifici, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale e promuovere il benessere degli occupanti. Abbiamo individuato quattro pilastri fondamentali nel nostro costruire sostenibile:
Efficienza energetica: utilizzo di tecnologie e materiali che riducono il consumo di energia.
Uso sostenibile delle risorse: ottimizzazione nell'uso di acqua e materiali da costruzione.
Salubrità degli ambienti interni: creazione di spazi che favoriscano il benessere degli occupanti.
Durabilità e resilienza: progettazione di edifici longevi e resistenti agli eventi climatici estremi.
Attraverso questi quattro principi miriamo non solo a minimizzare l’impronta ecologica delle costruzioni, ma offrire sicurezza e comfort a chi li vive.
- Quali innovazioni hanno prevalso nell'edilizia sostenibile a Bergamo negli ultimi anni?
Negli ultimi anni Bergamo è stata protagonista di diversi progetti di rigenerazione urbana, che hanno permesso di riqualificare alcune zone della città. Il progetto più importante è sicuramente Chorus Life, dove abbiamo lavorato alla realizzazione delle opere a secco. La progettazione del nuovo quartiere ha privilegiato l'uso di tecniche costruttive sostenibili e materiali innovativi, trasformando un'ex area industriale in uno spazio multifunzionale, integrando residenze, strutture ricettive e aree ricreative.
Più in generale possiamo affermare che negli ultimi anni l’adozione di tecniche di costruzione a secco è diventata sempre più diffusa grazie alla loro rapidità di assemblaggio e il ridotto impatto ambientale, un metodo che minimizza gli sprechi e migliora l'efficienza energetica degli edifici. Inoltre, c'è una crescente attenzione verso l'impiego di materiali ecologici e riciclabili, come legno certificato e isolanti naturali, per ridurre l'impronta carbonica delle costruzioni.
- Come ha cambiato la vostra attività il bonus 110%?
Il patrimonio edilizio di Bergamo, come in molte altre città italiane ed europee, è spesso molto vecchio; il bonus 110% ha sicuramente privilegiato i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica di pochi di questi edifici, permettendo il loro allineamento con le nuove direttive europee. Come azienda abbiamo preferito non concentrarci unicamente su questi interventi, ma continuare anche a lavorare per l’edificazione di nuovi edifici energeticamente efficienti.
- Quali sono gli interventi più richiesti dalla fine del superbonus in poi? Tale incentivo ha cambiato la mentalità di consumatori e aziende o no?
Abbiamo la fortuna di parlare di efficienza energetica da oltre 30 anni e abbiamo visto con grande soddisfazione come la sensibilità a questi temi sia enormemente aumentata. Il Superbonus non ha cambiato la mentalità su questo punto, ha dato la possibilità a pochi di intervenire sugli immobili con però costi enormi. Addirittura, in alcuni casi, l’adeguamento sismico o l’efficientamento energetico, sono stati solo pretesti per ristrutturare “gratuitamente” gli edifici. Il mercato si sta pertanto resettando su volumi inferiori; nonostante ciò, c’è una buona richiesta per immobili residenziali e produttivi, oltre a edifici pubblici spinti dal PNRR.
- Quali innovazioni potrebbero rivoluzionare il vostro mercato in futuro?
La tecnologia, come in ogni settore produttivo, sta guidando i cambiamenti futuri nell’edilizia. L’adozione del BIM ha già trasformato il modo di progettare gli edifici, mentre l’integrazione della Realtà Aumentata (AR) nei processi costruttivi consentirà una gestione più efficiente e una riduzione dei tempi di esecuzione. La vera rivoluzione del settore probabilmente sarà quindi in cantiere, sia nella sua fase di programmazione e preparazione – con una pianificazione sempre più complessa e strategica che dovrà garantire l’ottimizzazione di tempi e risorse, sia nelle lavorazioni che dovranno prevedere un minor intervento della manodopera.
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