
Martedì, l'indice S&P 500 ha rischiato di entrare ufficialmente in fase di correzione, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato nuovi dazi contro il Canada, alimentando i timori degli investitori su un possibile rallentamento economico causato dalle sue politiche commerciali.
Durante la seduta, l'S&P 500 è sceso fino a 5.528,41 punti, registrando un calo superiore al 10% rispetto al massimo storico di chiusura di 6.144,15 toccato il 19 febbraio. Una chiusura al di sotto di questa soglia segnerebbe una correzione secondo la definizione comunemente accettata.
Già lunedì, l'S&P 500 aveva registrato la perdita giornaliera più pesante dal 18 dicembre, bruciando circa 4 trilioni di dollari in capitalizzazione rispetto ai recenti massimi. Intanto, il Nasdaq, dominato dai titoli tecnologici ha confermato ufficialmente una correzione del 10% alla fine della scorsa settimana.
Trump ha deciso di raddoppiare al 50% e dazi su tutte le importazioni di acciaio e alluminio provenienti dal Canada, in risposta alla decisione dell'Ontario di imporre una tariffa del 25% sull'energia elettrica esportata negli Stati Uniti. Inoltre, ha minacciato un forte aumento delle tariffe sulle auto importate negli USA a partire dal 2 aprile. Di conseguenza, i titoli di Ford e General Motors (NYSE: GM), le cui filiere produttive sono fortemente integrate a livello nordamericano, sono scesi rispettivamente del 2% e del 4,1%.
I mercati globali stanno vivendo un periodo di forte incertezza da quando Trump ha dato il via a una serie di misure tariffarie reciproche con partner commerciali chiave come Canada, Messico e Cina. Gli analisti avvertono che un'escalation delle tensioni commerciali potrebbe accentuare le spinte inflazionistiche e compromettere la crescita economica globale.
Alle 13:41 il Dow Jones Industrial Average è sceso di 675,17 punti, ovvero l'1,61%, a 41.236,54, l'S&P 500 ha perso 74,77 punti, ovvero l'1,34%, a 5.539,60 e il Nasdaq Composite ha perso 178,73 punti, ovvero l'1,02%, a 17.289,59.
Nove degli undici sottosettori dell'S&P 500 chiuso hanno in ribasso, guidati dagli industriali, che hanno perso lo 0,8%. L'indice S&P 500 equal-weighted, che attribuisce lo stesso peso a ogni componente, ha ceduto l'1%.
Le incertezze legate ai dazi hanno inciso anche sul clima di fiducia dei consumatori e sulle prospettive aziendali, con diversi dirigenti che hanno sottolineato i possibili impatti negativi sui profitti futuri.
Kohl's (NYSE: KSS) ha rivisto al ribasso le previsioni sulle vendite comparabili annuali, con un calo superiore alle attese, facendo precipitare il titolo del 26,3%.
Anche Dick's Sporting Goods (NYSE: DKS) ha subito un calo del 6,6% dopo aver comunicato previsioni negative per l'intero anno fiscale.
Pesanti vendite anche nel settore aereo: Delta Air Lines (NYSE: DAL) ha perso l'8,1% dopo aver dimezzato le tempistiche di utile per il primo trimestre, mentre American Airlines (NASDAQ: AAL) ha lasciato sul terreno il 6,8%, in seguito all'annuncio di perdite trimestrali peggiori del previsto. Di conseguenza, l'indice Dow Jones dei trasporti ha registrato un ribasso del 2,8%.
Nel frattempo, un rapporto del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha segnalato un aumento delle offerte di lavoro a gennaio. Gli investitori restano in attesa di un importante aggiornamento sull'acquisto, previsto nel corso della settimana.
Secondo i futures sui tassi d'interesse, la Federal Reserve dovrebbe mantenere invariati i tassi di riferimento nella riunione della prossima settimana. Tuttavia, cresce tra gli operatori l'aspettativa di eventuali tagli ai tassi nella seconda metà dell'anno, nella previsione di un rallentamento della crescita economica.
Tra i titoli principali, Nvidia (NASDAQ: NVDA) è salita del 2%, Amazon.com (NASDAQ: AMZN) ha guadagnato lo 0,5%, mentre Tesla (NASDAQ: TSLA) è rimbalzata con un +2,6%, dopo aver perso il 15,4% nella sessione precedente.
Male Oracle (NYSE: ORCL), che ha lasciato sul campo il 4,5% dopo aver deluso le attese sul fatturato trimestrale.
Sul fronte delle analisi di mercato, Citi è stata l'ultima tra le grandi banche d'investimento a modificare la propria visione sull'azionario statunitense, abbassando la raccomandazione a “neutrale”.
A livello di mercato, i titoli in calo hanno superato quelli in rialzo con un rapporto di 2,3 a 1 sul NYSE e di 1,87 a 1 sul Nasdaq.
Infine, l'S&P 500 ha registrato 4 nuovi massimi e 17 nuovi minimi nelle ultime 52 settimane, mentre il Nasdaq Composite ha segnato 16 nuovi massimi e ben 316 nuovi minimi.
Fonte: investing.com
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