Wall Street in caduta: dazi, timori economici e crollo dei titoli tecnologici affossano i mercati
- piscitellidaniel
- 3 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Giovedì, le azioni statunitensi si avviavano verso una chiusura in netto calo, con il crollo che ha colpito sia i giganti della tecnologia sia le piccole imprese. Il drastico aumento dei dazi imposto dal presidente Donald Trump ai principali partner commerciali degli Stati Uniti ha alimentato i timori di una guerra commerciale su larga scala e di una possibile recessione globale.
Di fronte a questa incertezza, gli investitori hanno abbandonato gli asset rischiosi per rifugiarsi nei titoli di Stato, dopo che Trump ha annunciato tariffe del 10% sulla maggior parte delle importazioni negli Stati Uniti e dazi ancora più elevati su decine di altri Paesi.
Queste misure, destinate a sconvolgere l’equilibrio del commercio globale, segnano una netta inversione di tendenza rispetto a pochi mesi fa, quando le promesse di politiche pro-business della presidenza Trump avevano spinto i mercati azionari ai massimi storici.
Di fronte a questa nuova realtà economica, gli investitori hanno liquidato le loro posizioni, preoccupati per le possibili ritorsioni. La Cina ha già promesso contromisure, mentre l’Unione Europea dovrà affrontare un dazio del 20%. Corea del Sud, Messico, India e altri partner commerciali, invece, hanno deciso di attendere, nella speranza di ottenere concessioni prima che le nuove tariffe entrino in vigore il 9 aprile.
Nei prossimi giorni si prevede una forte volatilità, mentre gli eventi si susseguono e le misure economiche di Trump iniziano a manifestare i loro effetti sull’economia globale. L’indice di volatilità CBOE, spesso considerato il termometro della paura di Wall Street, ha raggiunto un massimo di tre settimane a 27,52 punti.
Alle 15:07 EDT, l' S&P 500 è sceso di 232,04 punti, o del 4,09%, a 5.439,73 punti, mentre il Nasdaq Composite è crollato di 903,44 punti, o del 5,13%, a 16.697,60. Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 1.400,87 punti, o del 3,32%, a 40.824,45.
I titoli tecnologici, che negli ultimi anni avevano spinto Wall Street a livelli record, hanno registrato pesanti ribassi.
Apple (NASDAQ: AAPL) ha subito un crollo del 9,5%, colpita da un'imposizione tariffaria complessiva del 54% sulla Cina, Paese chiave per la produzione dei suoi dispositivi. Nvidia (NASDAQ: NVDA) è scesa del 6%, mentre Amazon.com (NASDAQ: AMZN) ha perso l’8,4%.
Da quando Trump ha assunto l’incarico a gennaio, il mercato azionario statunitense ha perso terreno, con l’S&P 500 e il Nasdaq in calo del 10% rispetto ai massimi storici del mese scorso, entrando così in fase di correzione. Gli investitori hanno iniziato a prezzare le conseguenze economiche negative derivanti dai dazi.
Nel frattempo, cresce l’aspettativa che la Federal Reserve intervenga con una politica monetaria più accomodante, con i mercati che scommettono su quattro tagli dei tassi d’interesse entro l’anno, a partire da una riduzione di un quarto di punto a giugno.
Questo rende ancora più cruciali i dati sulle buste paga di venerdì e il discorso del presidente della Fed, Jerome Powell, che potrebbero fornire indicazioni decisive sulla salute dell’economia statunitense e sull’orientamento futuro della politica monetaria.
Il settore retail è stato duramente colpito: Nike (NYSE: NKE) ha perso il 13,6%, mentre Ralph Lauren (NYSE: RL) è crollata del 16,1% a causa dei nuovi dazi imposti su centri di produzione chiave come Vietnam, Indonesia e Cina.
Anche le grandi banche, particolarmente sensibili ai rischi economici, hanno subito pesanti ribassi. Citigroup (NYSE: C) e Bank of America sono entrambe scese di oltre il 10,6%, mentre JPMorgan Chase & Co ha registrato una perdita del 6,4%.
L’indice Russell 2000, che misura le performance delle piccole imprese statunitensi, ha chiuso in ribasso del 5,9%, segnalando crescenti preoccupazioni sulla stabilità dell’economia interna.
Nel settore energetico, Exxon Mobil (NYSE: XOM) e Chevron (NYSE: CVX) hanno perso rispettivamente il 4,6% e il 5,6%, mentre i prezzi del greggio sono crollati del 6,8% a causa dell’effetto dei dazi e dell’aumento della produzione da parte dell’OPEC+.
Tra i pochi settori in positivo, i beni di prima necessità hanno guadagnato lo 0,9%, confermandosi una scelta difensiva per gli investitori. Il comparto ha beneficiato anche del balzo del 10,9% di Lamb Weston, che ha registrato risultati trimestrali superiori alle attese.
Fonte: investing.com
Comments