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Wall Street crolla sotto il peso dei dazi, caos politico e timori di recessione


Lunedì, i mercati azionari statunitensi hanno registrato un crollo, alimentato dalle persistenti tensioni sui dazi commerciali e dalle crescenti preoccupazioni per il clima politico caotico a Washington, che hanno intensificato i timori di una possibile recessione economica negli Stati Uniti.


La pesante ondata di vendite che aveva caratterizzato la settimana precedente si è riaccesa, accelerando nel corso della giornata. Tutti e tre i principali indici di Wall Street hanno subito forti ribassi.


Il Nasdaq, fortemente esposto ai titoli tecnologici, è stato il più colpito, con una perdita del 4,2%, la più ampia in un solo giorno dal settembre 2022.


Questo calo arriva pochi giorni dopo che lo stesso indice aveva perso oltre il 10% rispetto al suo massimo storico di chiusura, segnando ufficialmente l'ingresso in una fase di correzione dal picco raggiunto il 19 dicembre.


L'S&P 500, reduce dalla peggior settimana da settembre in termini percentuale, è ora in calo dell'8,5% rispetto al suo recente record di chiusura, raggiunto meno di un mese fa.


L'indice di riferimento si avvia inoltre a chiudere sotto la sua media mobile a 200 giorni, un indicatore tecnico chiave e ampiamente osservato dagli investitori per la prima volta dal novembre 2023.


Domenica, Trump ha evitato di commentare la reazione negativa dei mercati alle sue persistenti politiche tariffarie nei confronti dei principali partner commerciali degli Stati Uniti. Non ha nemmeno affrontato il tema delle crescenti preoccupazioni legate all'instabilità delle sue decisioni in ambito economico e all'eventuale rischio che queste possano spingere il Paese verso una recessione.


Nel frattempo, HSBC ha declassato le azioni statunitensi, citando come principale motivo l'incertezza legata alla politica dei dazi.


Un sondaggio condotto da Reuters tra diversi economisti ha evidenziato come il pericolo di recessione stia aumentando non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada e Messico.


I titoli tecnologici stanno subendo forti pressioni a causa dell'apprezzamento dello yen giapponese e del rialzo dei rendimenti obbligazionari. Gli investitori, infatti, stanno smantellando le operazioni di carry trade sullo yen, nella previsione di un possibile aumento dei tassi di interesse in Giappone.


Il carry trade consiste nel prendere in prestito yen a tassi molto bassi per reinvestirli in valute e asset con rendimenti più alti. L'inversione di questa strategia sta contribuendo in modo significativo alla vendita dei titoli tecnologici, inclusi i cosiddetti “Magnifici 7”, i colossi megacap del settore AI.


Ad aggravare ulteriormente il quadro, a Washington i legislatori stanno correndo contro il tempo per approvare una legge di bilancio ed evitare una paralisi del governo.


Nel frattempo, lunedì entreranno in vigore i dazi di ritorsione imposti dalla Cina su alcune importazioni statunitensi, mentre ulteriori misure su specifici metalli di base sono attese per la fine della settimana.


L'indice di volatilità CBOE, noto anche come “indice della paura”, è balzato di oltre 3,6 punti, toccando quota 27, il livello più alto registrato dal 18 dicembre.


Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 850,91 punti, ovvero l'1,99%, a 41.951,76, l'S&P 500 ha perso 158,76 punti, ovvero il 2,75%, a 5.611,50 e il Nasdaq Composite è sceso di 760,96 punti, ovvero il 4,18%, a 17.435,14.


Tra gli 11 principali settori dell'S&P 500, quello tecnologico ha registrato la performance peggiore, con un calo del 4,4%.


Le azioni Tesla (NASDAQ: TSLA) hanno subito un tonfo del 14,0%, dopo che l'entusiasmo degli investitori nei confronti del colosso dell'auto elettrica si è affievolito in seguito ai massicci licenziamenti voluti dal CEO Elon Musk e alle crescenti polemiche per il suo sostegno a formazioni politiche di estrema destra in Europa.


Anche Coinbase (NASDAQ: COIN) e MicroStrategy (NASDAQ: MSTR) hanno registrato forti perdite, in scia alla debolezza del bitcoin, con cali rispettivi del 14,9% e del 17,1%.


Sul NYSE, i titoli in ribasso hanno nettamente superato quelli in rialzo con un rapporto di 3,03 a 1. Sono stati registrati 59 nuovi massimi e 213 nuovi minimi.


Il Nasdaq ha visto salire solo 863 titoli, mentre 3.520 sono scesi, con un rapporto tra titoli in calo e in rialzo di 4,08 a 1.


Nelle ultime 52 settimane, l'S&P 500 ha segnato 24 nuovi massimi e 13 nuovi minimi, mentre il Nasdaq Composite ha registrato 27 nuovi massimi contro ben 227 nuovi minimi.




Fonte: investing.com

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