Trump reintroduce il travel ban: vietato l’ingresso negli USA a cittadini di 12 paesi, restrizioni parziali per altri 7
- piscitellidaniel
- 9 giu
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A partire da lunedì 9 giugno 2025, è entrato in vigore un nuovo divieto di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di 12 paesi, mentre restrizioni parziali sono state imposte a cittadini di altri 7 paesi. Il presidente Donald Trump ha firmato il 4 giugno una proclamazione che reintroduce e amplia il controverso "travel ban" già adottato durante il suo primo mandato, giustificandolo con motivi di sicurezza nazionale e prevenzione del terrorismo.
Paesi interessati e natura delle restrizioni
Il divieto totale di ingresso riguarda i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Per questi paesi, l'ingresso negli Stati Uniti è completamente sospeso, sia per visti di immigrazione che per visti temporanei. Le restrizioni parziali si applicano invece a cittadini di Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela, per i quali sono vietati specifici tipi di visti, come quelli turistici (B-1/B-2), per studenti (F, M) e per scambi culturali (J).
Motivazioni ufficiali e contesto
L'amministrazione Trump ha giustificato queste misure con la necessità di proteggere la sicurezza nazionale, citando la presenza di gruppi terroristici in alcuni dei paesi coinvolti, la mancanza di cooperazione nella condivisione di informazioni di sicurezza e l'incapacità di verificare l'identità dei viaggiatori. In particolare, è stato menzionato un recente attacco a Boulder, Colorado, attribuito a un cittadino egiziano con visto scaduto, come esempio dei rischi associati a un controllo inefficace degli ingressi.
Esenzioni e categorie non soggette al divieto
Il divieto non si applica retroattivamente: i visti già emessi prima del 9 giugno rimangono validi. Sono previste esenzioni per residenti permanenti legali, titolari di visti diplomatici, atleti e personale di supporto partecipanti a eventi sportivi internazionali come la Coppa del Mondo FIFA 2026 e le Olimpiadi estive del 2028, nonché per casi di interesse nazionale o umanitario. Inoltre, sono esentati i cittadini con doppia cittadinanza, purché viaggino con il passaporto del paese non soggetto al divieto.
Reazioni internazionali e critiche
La decisione ha suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani, rappresentanti politici e governi stranieri. L'Unione Africana ha espresso preoccupazione per l'impatto negativo sulle relazioni diplomatiche e sugli scambi educativi e commerciali. Il presidente del Ciad ha annunciato la sospensione del rilascio di visti per cittadini statunitensi in risposta al divieto. Inoltre, rappresentanti di paesi come Somalia e Venezuela hanno espresso disappunto, sottolineando l'assenza di giustificazioni concrete per l'inclusione nelle restrizioni.
Impatto su studenti, lavoratori e famiglie
Il nuovo travel ban ha implicazioni significative per studenti internazionali, lavoratori stranieri e famiglie che attendono il ricongiungimento. Molti programmi di scambio culturale e universitario sono stati interrotti o ritardati, e numerosi candidati a visti di lavoro o studio si trovano ora in una situazione di incertezza. Le restrizioni colpiscono anche le famiglie che avevano in programma di riunirsi negli Stati Uniti, creando difficoltà emotive e logistiche.
Prospettive legali e possibili sviluppi
Sebbene il precedente travel ban del 2017 abbia affrontato numerose sfide legali, culminando in una decisione favorevole della Corte Suprema nel 2018, l'attuale versione è stata redatta con maggiore attenzione per resistere a eventuali contestazioni. Tuttavia, diverse organizzazioni per i diritti civili e rappresentanti politici hanno annunciato l'intenzione di intraprendere azioni legali, sostenendo che il divieto sia discriminatorio e contrario ai valori fondamentali degli Stati Uniti.
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