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Trump annuncia un nuovo accordo commerciale con il Regno Unito: apertura tra alleati, ma resta la linea dura contro la Cina

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’8 maggio 2025 un nuovo accordo commerciale bilaterale con il Regno Unito, che prevede una riduzione reciproca dei dazi su numerosi beni industriali e agricoli e la revisione di alcune misure fiscali digitali applicate da Londra alle imprese americane. L’intesa è stata ufficializzata con una dichiarazione congiunta del presidente statunitense e del primo ministro britannico Keir Starmer, ed è stata accolta con favore dai mercati internazionali, che leggono l’accordo come un segnale di distensione nel clima commerciale globale.


L’accordo arriva in un contesto di tensioni economiche crescenti innescate dalla nuova politica tariffaria americana, che ha introdotto dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni, e misure specifiche fino al 145% sui prodotti provenienti dalla Cina. L’amministrazione Trump ha giustificato queste misure come una risposta necessaria agli squilibri strutturali del commercio internazionale, puntando a riportare produzione e occupazione all’interno degli Stati Uniti. Ma se da un lato Washington si mostra aperta a intese con Paesi ritenuti “alleati affidabili”, dall’altro mantiene una linea di netta contrapposizione nei confronti di Pechino.


L’intesa siglata con il Regno Unito riguarda una serie di settori strategici. Sul fronte industriale, sono previste riduzioni significative dei dazi statunitensi su acciaio e componenti automobilistici britannici, in cambio della riduzione dei dazi del Regno Unito su autoveicoli e tecnologie americane. Inoltre, Londra si è impegnata a riformare la propria digital tax, una misura criticata da Washington perché considerata discriminatoria nei confronti delle grandi aziende tech statunitensi. La nuova disciplina fiscale dovrebbe basarsi su criteri concordati a livello OCSE e sostituire l’attuale imposta unilaterale.


Sul piano agricolo, l’accordo prevede l’abolizione delle barriere non tariffarie su una selezione di prodotti come carni lavorate, whisky, formaggi stagionati e prodotti ortofrutticoli. Per il Regno Unito, si tratta di una boccata d’ossigeno per i produttori locali colpiti dalle difficoltà post-Brexit e dalle precedenti incertezze nei rapporti con Washington. Per gli Stati Uniti, l’intesa rappresenta un’occasione per aumentare l’export agroalimentare verso un mercato maturo e ad alta capacità di consumo.


Il primo ministro Starmer ha definito l’accordo “equilibrato, ambizioso e rispettoso della sovranità di entrambe le nazioni”, sottolineando come l’intesa rafforzi il partenariato anglo-americano in un momento di transizione geopolitica. Il premier britannico ha inoltre specificato che il Regno Unito continuerà a dialogare attivamente con l’Unione Europea per definire una posizione comune su eventuali ripercussioni delle misure protezionistiche statunitensi a livello multilaterale.


Nonostante l’apertura bilaterale, Trump ha ribadito che i dazi contro la Cina resteranno in vigore “fino a quando Pechino non metterà fine alle sue pratiche scorrette e al furto sistematico di proprietà intellettuale”. Il presidente ha sottolineato che gli Stati Uniti sono disposti a negoziare, ma solo su basi paritarie. Una delegazione cinese guidata dal vicepremier He Lifeng è attesa in Svizzera per colloqui esplorativi, ma al momento non sono previsti annunci concreti. La Casa Bianca ha lasciato intendere che qualsiasi riduzione delle tariffe sarà subordinata a impegni vincolanti e verificabili da parte del governo cinese.


L’annuncio dell’accordo ha influenzato positivamente i mercati finanziari. A Londra, l’indice FTSE 250 ha chiuso in rialzo dello 0,5%, mentre a New York il Dow Jones ha guadagnato lo 0,4% nel corso della giornata. La sterlina ha mantenuto una posizione stabile nei confronti del dollaro, sostenuta dalle aspettative di maggiore integrazione economica con gli Stati Uniti. In ambito europeo, la Commissione UE ha dichiarato che seguirà con attenzione l’evolversi dell’intesa e che valuterà possibili impatti sulle imprese europee, in particolare in settori soggetti a concorrenza diretta da parte britannica o americana.


L'accordo siglato tra Stati Uniti e Regno Unito rappresenta una svolta importante nella strategia commerciale americana. Si configura come un primo modello di “alleanza commerciale selettiva” in cui Washington distingue tra partner con cui costruire relazioni preferenziali e Paesi ritenuti strategicamente concorrenti, come la Cina. La mossa potrebbe aprire la strada ad altre intese bilaterali, ma solleva anche interrogativi sulla coerenza con le regole del commercio multilaterale e sull’effetto domino che potrebbe generare in altri blocchi economici.

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