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Reazioni internazionali ai dazi statunitensi: risposte e contromisure dei principali partner commerciali

L'introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti ha suscitato una serie di reazioni a livello globale, con diversi paesi che hanno adottato misure di ritorsione o cercato soluzioni diplomatiche per affrontare la situazione.​


Unione Europea

L'Unione Europea ha espresso profondo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio, considerandola ingiustificata e dannosa per le aziende e i consumatori. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che tali tariffe non rimarranno senza risposta e ha annunciato l'intenzione di adottare contromisure ferme e proporzionate. Bruxelles ha preparato una lista di prodotti statunitensi su cui applicare dazi in risposta alle misure americane. ​


Canada

Il Canada, principale fornitore di acciaio e alluminio agli Stati Uniti, ha annunciato l'intenzione di imporre dazi di ritorsione su beni statunitensi per un valore di 16,6 miliardi di dollari canadesi. Il primo ministro Justin Trudeau ha definito le tariffe americane "un insulto" e ha sottolineato che il Canada adotterà misure equivalenti in risposta. 


Messico

Il Messico ha reagito imponendo dazi su una serie di prodotti statunitensi, tra cui acciaio, carne di maiale, formaggi e altri beni agricoli, per un valore complessivo di circa 3 miliardi di dollari. Il governo messicano ha dichiarato che le misure rimarranno in vigore finché gli Stati Uniti non elimineranno i dazi imposti. ​


Cina

La Cina ha risposto alle tariffe statunitensi imponendo dazi su 128 prodotti americani, tra cui carne di maiale, frutta e acciaio riciclato, per un valore di circa 3 miliardi di dollari. Pechino ha sottolineato che le misure sono una risposta alle azioni unilaterali degli Stati Uniti e ha esortato Washington a risolvere le dispute commerciali attraverso il dialogo. ​


Giappone

Il Giappone ha espresso preoccupazione per le misure statunitensi, sottolineando che potrebbero avere un impatto negativo sulle relazioni economiche bilaterali. Tokyo ha cercato di ottenere un'esenzione dai dazi attraverso negoziati diplomatici, evidenziando l'importanza della cooperazione tra i due paesi. ​


Corea del Sud

La Corea del Sud ha negoziato con successo un'esenzione parziale dai dazi statunitensi, accettando di limitare le proprie esportazioni di acciaio verso gli Stati Uniti e di rivedere alcuni aspetti dell'accordo di libero scambio bilaterale. ​


Australia

L'Australia ha ottenuto un'esenzione dai dazi statunitensi dopo intensi negoziati, sottolineando la stretta alleanza tra i due paesi e l'importanza delle relazioni commerciali bilaterali. ​


Brasile

Il Brasile, uno dei principali esportatori di acciaio verso gli Stati Uniti, ha espresso preoccupazione per le misure americane e ha avviato negoziati per cercare di ottenere un'esenzione o attenuare l'impatto dei dazi sulle proprie esportazioni. ​


India

L'India ha annunciato l'intenzione di aumentare i dazi su una serie di prodotti statunitensi in risposta alle misure protezionistiche di Washington, evidenziando la necessità di proteggere i propri interessi economici. ​


Russia

La Russia ha criticato le misure statunitensi, definendole una violazione delle regole del commercio internazionale, e ha annunciato l'intenzione di adottare contromisure in linea con le normative dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). ​


Sudafrica

Il Sudafrica ha espresso delusione per l'inclusione nelle misure tariffarie statunitensi e ha avviato negoziati per ottenere un'esenzione, sottolineando l'importanza delle proprie esportazioni di acciaio e alluminio verso gli Stati Uniti. ​


Turchia

La Turchia ha risposto ai dazi statunitensi imponendo tariffe su prodotti americani per un valore di 1,8 miliardi di dollari, tra cui carbone, carta, noci, tabacco, riso e automobili. Ankara ha dichiarato che le misure sono proporzionate e conformi alle regole dell'OMC. ​


Le reazioni internazionali ai dazi imposti dagli Stati Uniti evidenziano la complessità delle relazioni commerciali globali e la crescente tendenza verso misure protezionistiche, con potenziali implicazioni per l'economia mondiale.

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