Raid russi su Kiev e incendi a Zaporizhzhia: nuova escalation nel conflitto in Ucraina
- piscitellidaniel
- 27 giu
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Nelle ultime ore si è registrata una nuova e drammatica escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina, che ha avuto come epicentro sia la capitale Kiev sia la regione sud-orientale di Zaporizhzhia. L’intensificarsi delle ostilità ha provocato ingenti danni, vittime civili e nuove preoccupazioni per la sicurezza dell’impianto nucleare più grande d’Europa.
A Kiev, la popolazione è stata svegliata da una delle più massicce ondate di attacchi aerei dall’inizio dell’anno. Le sirene antiaeree hanno risuonato all’alba, seguite da violente esplosioni causate da missili balistici e droni kamikaze lanciati dalle forze russe. I dati preliminari forniti dalle autorità locali parlano di almeno nove morti e oltre sessanta feriti, con numerosi edifici civili danneggiati, tra cui abitazioni, un ospedale e una scuola. Le immagini diffuse mostrano palazzi devastati, auto in fiamme e ambulanze in corsa tra le macerie. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha immediatamente condannato l’azione, definendola un atto deliberato di terrore contro la popolazione civile, volto a destabilizzare ulteriormente il Paese e a fiaccare la resistenza del fronte interno.
Nello stesso contesto, un nuovo fronte di allarme si è aperto a Zaporizhzhia, dove è divampato un incendio nella zona industriale della centrale nucleare. Le autorità russe, che controllano l’impianto dal marzo 2022, hanno parlato di un attacco ucraino con droni contro strutture logistiche, mentre Kiev sostiene che le fiamme siano state provocate da negligenze operative e dall’uso improprio di materiali infiammabili. L’incendio ha coinvolto una torre di raffreddamento secondaria, generando una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza. Sebbene l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica abbia dichiarato che non ci sono stati danni ai reattori né alterazioni nei livelli di radiazione, l’evento ha riacceso il timore di una possibile catastrofe nucleare in un’area già fortemente militarizzata e sottoposta a costante pressione bellica.
L’Ucraina ha replicato ai raid russi con una serie di azioni mirate contro obiettivi logistici nemici. In particolare, droni ucraini hanno colpito un convoglio ferroviario che trasportava carburante destinato alle truppe russe nella regione di Zaporizhzhia. Secondo fonti del Ministero della Difesa ucraino, sono state distrutte almeno tre autocisterne e danneggiati binari strategici, rallentando l’approvvigionamento alle forze di occupazione. Il filmato dell’operazione, diffuso su canali social vicini alle forze armate di Kiev, mostra esplosioni e una lunga colonna di fumo nero che si innalza da un’area vicina alla linea ferroviaria.
Il comando russo ha confermato di aver abbattuto 39 droni ucraini in diverse regioni del sud della Russia e della Crimea, segnalando un’intensificazione degli attacchi ucraini in profondità sul territorio controllato da Mosca. La portata dell’offensiva ucraina con droni rappresenta una delle principali novità tattiche del conflitto, con Kiev che sta progressivamente estendendo la sua capacità di colpire obiettivi logistici e infrastrutturali anche lontano dal fronte. Le difese aeree russe, sebbene rafforzate, stanno mostrando segni di affaticamento, con numerosi sistemi impegnati quotidianamente a contrastare sciami di velivoli senza pilota a basso costo.
La situazione complessiva in Ucraina resta estremamente fluida. L’avvicinarsi dell’estate e l’assenza di un tavolo diplomatico attivo fanno temere un’escalation ulteriore dei combattimenti. Le forze russe hanno intensificato le operazioni anche nella regione del Donetsk, dove si segnalano avanzamenti nella zona di Avdiivka, e continuano a martellare le linee ucraine con artiglieria pesante. Allo stesso tempo, l’Ucraina sta tentando di mantenere il controllo sulle rotte logistiche e sulle infrastrutture critiche che ancora restano sotto la propria giurisdizione. Le città lungo il Dnipro, tra cui Dnipro, Kryvyi Rih e Nikopol, sono costantemente sotto minaccia di attacchi missilistici e droni esplosivi.
La comunità internazionale segue con crescente preoccupazione l’evolversi del conflitto. Le immagini dell’incendio alla centrale di Zaporizhzhia hanno sollevato nuove richieste da parte di numerosi governi europei affinché si garantisca l’immediata smilitarizzazione dell’area e l’accesso senza restrizioni degli osservatori dell’AIEA. Anche le Nazioni Unite, tramite il Segretario Generale António Guterres, hanno ribadito la necessità di preservare la sicurezza nucleare come priorità assoluta, esortando le parti a evitare qualsiasi operazione militare nelle vicinanze dell’impianto.
Il conflitto, ormai entrato nel suo terzo anno, mostra una dinamica sempre più complessa e pericolosa. Gli attacchi multipli su più fronti, le minacce alla sicurezza nucleare e la crescente capacità distruttiva delle operazioni aeree stanno cambiando la natura della guerra. Sul piano politico, la Russia continua a ribadire che le operazioni militari proseguiranno fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati, mentre l’Ucraina insiste sulla necessità di difendere integralmente la propria sovranità e di non accettare alcuna forma di spartizione territoriale imposta.
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