top of page

Ornella Vanoni

  • Immagine del redattore: Luca Baj
    Luca Baj
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min
ree

Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni cresce in un ambiente borghese colto e severo, segnato da un’educazione tradizionale e da un forte senso della disciplina. Frequenta il collegio delle Marcelline, esperienza che lei stessa ha spesso ricordato come formativa ma anche sofferta, e che contribuisce a plasmare un carattere indipendente e refrattario alle convenzioni. L’incontro con il teatro avviene in giovane età ed è determinante: viene ammessa alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Giorgio Strehler, figura centrale non solo nella sua formazione artistica ma anche nella sua vita personale e culturale.

È proprio con Strehler che Vanoni muove i primi passi sulla scena, interpretando le cosiddette “canzoni della mala”, ballate teatrali che raccontano una Milano marginale e dolente, lontana dall’immaginario leggero della canzone italiana dell’epoca. Questo debutto la colloca immediatamente in una dimensione artistica impegnata, in cui musica, teatro e riflessione sociale si intrecciano. La sua voce, riconoscibile e antiaccademica, diventa uno strumento espressivo più che virtuosistico, capace di trasmettere inquietudine, ironia e malinconia.

Negli anni Sessanta e Settanta Ornella Vanoni consolida una carriera musicale di primo piano, alternando successi popolari a scelte artistiche raffinate. Partecipa più volte al Festival di Sanremo, ma mantiene sempre una posizione autonoma rispetto ai meccanismi della musica commerciale. Incide brani destinati a diventare classici, collabora con autori come Gino Paoli, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, e successivamente con musicisti di area jazz e brasiliana, ampliando il proprio repertorio e sperimentando linguaggi non convenzionali per il pubblico italiano.

Parallelamente alla carriera artistica, Vanoni manifesta una costante vicinanza al mondo politico e culturale della sinistra italiana. Senza mai ricoprire incarichi istituzionali, prende posizione su temi civili e sociali, partecipa a iniziative pubbliche, sostiene campagne referendarie e battaglie sui diritti civili. Il suo impegno non assume mai toni ideologici rigidi, ma si esprime attraverso dichiarazioni dirette, spesso controcorrente, che riflettono una visione critica della società e del potere. In più occasioni ha raccontato il proprio rapporto con intellettuali, registi e uomini politici, collocandosi in quell’area culturale che ha visto nell’arte uno strumento di trasformazione e di presa di coscienza collettiva.

Negli anni successivi continua a esibirsi nei principali teatri e palcoscenici italiani, alternando concerti, recital e apparizioni televisive, mantenendo un ruolo centrale nel dibattito culturale. La sua figura pubblica si evolve senza mai perdere autenticità, tra confessioni personali, riflessioni sul tempo che passa e interventi su temi di attualità. Ornella Vanoni è tuttora in vita e rappresenta una delle testimonianze più longeve e coerenti di un’artista che ha attraversato decenni di storia italiana, mantenendo un legame costante tra espressione artistica, coscienza civile e libertà di pensiero.

Commenti


Le ultime notizie

bottom of page