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La Reserve Bank of India sorprende i mercati: taglio dei tassi e riduzione del CRR per rilanciare l’economia

La Reserve Bank of India (RBI) ha spiazzato analisti e investitori annunciando, il 6 giugno 2025, un taglio del tasso di riferimento (repo rate) di 50 punti base, portandolo al 5,5%. Contestualmente ha ridotto di 100 punti base anche il Cash Reserve Ratio (CRR), scendendo al 3%. La misura rappresenta il terzo intervento espansivo consecutivo dall’inizio dell’anno e si configura come il più significativo dal periodo pandemico del 2020.


Secondo quanto dichiarato dal governatore Sanjay Malhotra, la decisione è motivata da una strategia volta a “sostenere l’attività economica in un contesto di inflazione in calo e rischi crescenti derivanti dall’instabilità economica globale”. L’inflazione al consumo, infatti, ad aprile si è attestata al 3,16%, ben al di sotto del target ufficiale fissato al 4%, con margini quindi per una politica monetaria più accomodante.


Il taglio ha sorpreso i mercati, che si aspettavano una riduzione più contenuta di 25 punti base. L’annuncio ha avuto effetti immediati sulle piazze finanziarie: l’indice Nifty50 ha toccato i 25.000 punti, mentre il Sensex ha guadagnato oltre 700 punti. Particolarmente positivi i titoli bancari, immobiliari e del settore automobilistico, che hanno beneficiato delle prospettive di una maggiore liquidità e di un possibile incremento della domanda interna.


In parallelo, la RBI ha deciso di modificare la sua posizione da “accomodante” a “neutrale”, segnalando un atteggiamento più prudente per i prossimi mesi. La banca centrale, pur aprendo a possibili nuovi interventi, ha chiarito che ulteriori tagli saranno subordinati all’andamento dei dati macroeconomici, in particolare all’evoluzione dell’inflazione core e alla dinamica della domanda.


La riduzione del CRR è altrettanto rilevante. Con questa mossa, la RBI libera fino a 2.000 miliardi di rupie nel sistema bancario, aumentando la capacità degli istituti di credito di erogare prestiti a famiglie e imprese. È una misura diretta a stimolare il credito commerciale e i consumi, in un momento in cui la crescita del PIL indiano, sebbene robusta, mostra segnali di rallentamento. Il governo prevede una crescita del 6,5% per l’anno fiscale in corso, con l’ambizione di tornare sopra al 7% nel medio termine.


Le misure adottate sono state accolte con favore dalle associazioni imprenditoriali, che da tempo chiedevano alla banca centrale un intervento deciso per stimolare la domanda interna. Anche il settore immobiliare, spesso penalizzato da condizioni creditizie restrittive, ha espresso soddisfazione per la maggiore disponibilità di finanziamenti a basso costo.


Tuttavia, alcuni osservatori invitano alla cautela. Il rischio è che una politica monetaria troppo espansiva possa innescare nuove pressioni inflazionistiche in caso di shock esterni, come l’aumento dei prezzi dell’energia o turbolenze nei mercati globali. La stessa RBI, nel suo comunicato ufficiale, ha riconosciuto che “la traiettoria futura della politica monetaria dipenderà dall’evoluzione dei dati e dalle condizioni globali”.


Il prossimo incontro della banca centrale è previsto per agosto e sarà l’occasione per valutare l’efficacia delle misure annunciate. Intanto, con questo doppio intervento su tassi e riserve obbligatorie, la RBI invia un messaggio chiaro: il sostegno alla crescita economica, in un quadro di inflazione sotto controllo, resta una priorità per la politica monetaria indiana.

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