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Groenlandia forma un nuovo governo di coalizione per resistere alle pressioni degli Stati Uniti

In un contesto di crescente interesse internazionale per l'Artico, la Groenlandia ha annunciato la formazione di un nuovo governo di coalizione composto da quattro dei cinque partiti rappresentati nel parlamento locale. Questa alleanza, che detiene 23 dei 31 seggi dell'assemblea, nasce con l'intento dichiarato di opporsi alle pressioni esercitate dal presidente statunitense Donald Trump, il quale ha manifestato l'intenzione di annettere l'isola al territorio degli Stati Uniti. 


La composizione della nuova coalizione

Il nuovo esecutivo sarà guidato da Jens-Frederik Nielsen, leader del partito Demokraatit, che ha ottenuto una vittoria significativa nelle elezioni dell'11 marzo 2025, triplicando la propria rappresentanza parlamentare fino a raggiungere 10 seggi. Nielsen, noto anche per i suoi successi sportivi nel badminton, ha sottolineato l'importanza di unire le forze politiche per affrontare le sfide poste dall'interesse americano verso la Groenlandia.


La coalizione include anche altri tre partiti, mentre il partito Naleraq, noto per le sue posizioni fortemente indipendentiste, ha scelto di non partecipare all'alleanza. Questa esclusione evidenzia le divergenze interne sul percorso verso l'indipendenza e sulle modalità di gestione delle relazioni internazionali.


Il contesto geopolitico e le pressioni statunitensi

L'Artico è diventato un'area di crescente interesse strategico per diverse potenze mondiali, tra cui Stati Uniti, Russia e Cina, a causa delle sue ricche risorse naturali e delle nuove rotte commerciali emergenti. In questo scenario, la Groenlandia assume un ruolo cruciale. Il presidente Trump ha espresso apertamente il desiderio di acquisire l'isola, considerandola vitale per la sicurezza nazionale americana. Tuttavia, questa prospettiva è stata respinta dalla maggior parte dei groenlandesi, che vedono nell'intervento statunitense una minaccia alla loro sovranità. 


L'annuncio della formazione del nuovo governo coincide con la visita del vicepresidente americano J.D. Vance in Groenlandia, prevista per venerdì. Vance visiterà la base spaziale di Pituffik, un'importante installazione militare statunitense situata nell'isola. La tempistica di questi eventi sottolinea le tensioni esistenti tra la Groenlandia e gli Stati Uniti riguardo al futuro politico dell'isola.


Le posizioni dei leader groenlandesi

Jens-Frederik Nielsen ha chiarito la posizione del nuovo governo, affermando: "Non vogliamo essere americani. No, non vogliamo essere danesi. Vogliamo essere groenlandesi e vogliamo la nostra indipendenza in futuro. E vogliamo costruire il nostro paese da soli". Questa dichiarazione riflette il desiderio di molti groenlandesi di perseguire l'indipendenza, ma attraverso un processo graduale e sostenibile.


D'altra parte, il partito Naleraq, guidato da Pele Broberg, sostiene un'indipendenza immediata e ha proposto la firma di un trattato di libera associazione con gli Stati Uniti in cambio di supporto economico e sicurezza. Queste differenze di vedute evidenziano il dibattito interno su come e quando raggiungere la piena sovranità. ​


Reazioni internazionali e prospettive future

La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi in Groenlandia. Mentre gli Stati Uniti continuano a manifestare interesse per l'isola, altri attori globali, come l'Unione Europea e la Cina, monitorano la situazione per le implicazioni strategiche che potrebbe avere sull'equilibrio di potere nell'Artico.​


Il nuovo governo groenlandese si trova ora di fronte alla sfida di bilanciare le aspirazioni indipendentiste con la necessità di sviluppare un'economia sostenibile, riducendo la dipendenza dai sussidi danesi. Settori come la pesca, il turismo e l'estrazione mineraria sono considerati fondamentali per costruire una base economica solida che possa supportare eventuali passi verso l'indipendenza.​


In questo contesto, la formazione di un governo di coalizione ampio rappresenta un tentativo di presentare un fronte unito di fronte alle pressioni esterne e di navigare le complesse dinamiche geopolitiche che influenzano la regione artica.

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