BankItalia e Istat hanno pubblicato a Gennaio i dati della ricchezza netta nei vari paesi del mondo. L’Italia, che negli anni ’90 e nei primi anni 2000 era nota per l’alto valore della ricchezza media, anche a causa dell’alta percentuale di popolazione con casa di proprietà, ha visto una crescita molto leggera di tale valore. Infatti il Bel Paese, da 159,7 migliaia di euro di ricchezza pro-capite nel 2011, è passato soltanto a 176 mila euro pro - capite, per un aumento dell’8,4% in termini assoluti, e una diminuzione del 7,7% a parità di prezzi. Ci hanno superato sia Francia che Germania, che ad oggi presentano valori rispettivamente di 213 e 211 mila euro. Comparando la ricchezza media con il reddito, tuttavia, è possibile notare che la ricchezza media italiana resta comunque sopra 8 volte il reddito, segno della forte tendenza al risparmio che caratterizza il nostro territorio.
La maggior parte del patrimonio è costituita da asset non finanziari: in primis abitazioni (46,3%), ma anche immobili non residenziali (5,6%) e terreni (2%). Degli asset finanziari, che costituiscono il 44,8% della ricchezza totale, circa un terzo (14,3%) è fermo sui conti, mentre tre i restanti ⅔ sono ripartiti fra titoli, riserve, azioni e fondi comuni.
È interessante notare come queste ricchezze siano ripartite fra le varie fasce di ricchezza: se il primo 10% più ricco possiede il 58% della ricchezza totale, ossia quasi un milione di euro pro capite, il 50% più povero ha un patrimonio che equivale soltanto al 7,8% del totale, per un valore di circa 27,5 mila euro pro capite, comprensivi di abitazione. In particolare il ceto medio (10%- 50% più ricco) si è impoverito, arrivando a perdere 160 milardi di euro rispetto alla consistenza del 2011.
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