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Ordine record della compagnia aerea di Dubai per la nuova generazione di aeromobili wide-body del costruttore statunitense

La compagnia aerea con sede a Dubai ha formalizzato un ordine significativo per ulteriori unità del modello 777-9, variante della famiglia wide-body sviluppata dal costruttore statunitense, portando il totale degli aeromobili ordinati di quella famiglia a 270 unità. Il valore dell’ordine è stimato, a prezzi di listino, intorno ai 38 miliardi di dollari. L’annuncio è stato fatto nel corso del salone aeronautico internazionale tenutosi nella medesima città degli Emirati Arabi Uniti.


Questo nuovo pacchetto incrementa notevolmente la quota di ordini della compagnia riguardo alla generazione 777X, segnalando una forte fiducia nella piattaforma nonostante le difficoltà che il programma ha affrontato. Tale ordine include la variante 777-9 e contestualmente prevede che il costruttore conduca uno studio di fattibilità per una versione ancora più estesa, indicata come potenziale 777-10, da sviluppare in collaborazione con la compagnia.


Dal punto di vista operativo, la decisione arriva in un momento cruciale per la strategia di lungo raggio del vettore. La crescita della domanda passeggeri nei mercati globali, l’orientamento verso hub internazionali intercontinentali e la necessità di aeromobili ad alta capacità e autonomia elevata spingono verso scelte fleet-wide-body consistenti. L’adozione del modello 777-9 appare coerente con la volontà della compagnia di espandere la rete di rotte ad alta densità e lunga percorrenza, consolidando la propria posizione competitiva sullo scacchiere intercontinentale.


Dal versante industriale, l’operazione rappresenta un segnale importante per il costruttore, che vede rafforzato il proprio backlog per il programma della famiglia 777X. Questo supporta il carico maggiore degli stabilimenti produttivi e rende più visibile nel tempo la pipeline produttiva. Tuttavia, l’efficacia dell’ordine dipenderà in larga misura dalla capacità del costruttore di rispettare le tempistiche di consegna e gli standard promessi in termini di efficienza operativa e costi per sedile. Le persistenti difficoltà nel processo di certificazione della variante 777-9, e i rimandi annunciati posticipano l’entrata in servizio e quindi impongono una pianificazione prudente da parte della compagnia e dei fornitori.


Per la compagnia la scelta implica un piano di trasformazione della flotta che va oltre la mera sostituzione degli aeromobili esistenti. Una flotta ordinata di tale ampiezza richiede adeguamenti infrastrutturali, formazione equipaggi, manutenzione specialistica e integrazione nella rete operativa globale. Ciò evidenzia come l’ordine non sia solo un incremento numerico della capacità, ma una componente strategica della visione del vettore verso il lungo termine, con una flotta moderna e predisposta per rotte intercontinentali ad alta domanda.


Considerando il contesto competitivo della industria aeronautica, la mossa si inserisce in una fase in cui i vettori sono soggetti a pressioni su vari fronti: costi del carburante in aumento, normative ambientali più stringenti, crescente concorrenza e necessità di efficienza operativa. In tale contesto, optare per velivoli wide-body ad altissima capacità e prestazioni rappresenta una scommessa sul fatto che la domanda intercontinentale continuerà a crescere e che sarà possibile gestire questi aeromobili in modo economicamente sostenibile.


Sul piano delle tempistiche, va evidenziato che la consegna della prima unità della nuova generazione è attesa non prima del 2027, a causa di ritardi nel processo di certificazione e produzione che si sono accumulati negli ultimi anni. Questo significa che l’ordine impegna la compagnia su un arco temporale pluriennale, con conseguente necessità di pianificazione e mitigazione del rischio operativo e finanziario.

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