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Mogherini e Sannino rilasciati nella notte dopo gli interrogatori della Procura europea

La vicenda che ha coinvolto Federica Mogherini e Stefano Sannino ha assunto nelle ultime ore contorni più definiti, dopo che entrambi sono stati rilasciati nella notte dalla Procura europea, che li aveva trattenuti per interrogatori approfonditi nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità nella gestione di fondi dedicati a programmi di formazione internazionale. Il rilascio è avvenuto senza misure cautelari, a conferma che i magistrati non hanno ritenuto necessario mantenere uno stato detentivo, ma il procedimento resta aperto e le verifiche proseguiranno con analisi documentali e nuove audizioni. Si tratta di un’indagine di particolare rilevanza, poiché tocca figure istituzionali note e progetti strategici destinati allo sviluppo di giovani diplomatici europei.


L’inchiesta riguarda un programma finanziato dall’Unione con l’obiettivo di sostenere percorsi formativi destinati ai futuri funzionari delle istituzioni, un ambito che richiede procedure rigorose e una gestione trasparente delle risorse economiche. Gli investigatori ritengono necessario verificare se, nella fase di assegnazione e gestione dei contratti collegati al programma, possano essersi verificate anomalie tali da configurare ipotesi di abuso d’ufficio, irregolarità nelle gare, gestione impropria di informazioni riservate o altre condotte in contrasto con le regole sui fondi europei. Le perquisizioni effettuate nelle scorse ore presso uffici istituzionali e sedi legate ad attività formative costituiscono parte di un dispositivo investigativo più ampio, volto a ricostruire in modo completo la catena decisionale e operativa.


Secondo quanto è emerso nel corso degli interrogatori, gli inquirenti avrebbero sottoposto Mogherini e Sannino a una serie di domande mirate a chiarire il ruolo svolto da ciascuno nella supervisione delle attività del programma. Le domande si sarebbero concentrate sulle procedure di affidamento, sulle modalità di controllo dei flussi finanziari e sulle relazioni tra i soggetti coinvolti. Entrambi avrebbero fornito dichiarazioni per ricostruire il contesto amministrativo in cui sono maturate le scelte operative oggetto di verifica. Il loro rilascio indica che, allo stato attuale, non sono ritenuti soggetti a rischio di alterazione delle prove né di fuga, anche se la loro posizione resta sotto esame.


L’operazione condotta dalla Procura europea ha coinvolto anche altri funzionari legati al programma formativo, parte dei quali sono stati ascoltati come persone informate sui fatti. Gli inquirenti stanno lavorando su una vasta mole di documenti, contratti, comunicazioni ufficiali e corrispondenze interne, al fine di identificare eventuali discrepanze tra il quadro normativo e la gestione effettiva delle risorse. L’obiettivo è determinare se le procedure siano state rispettate in modo coerente con i regolamenti europei, se ci siano stati favoritismi nella scelta dei partner o dei soggetti beneficiari, e se alcune decisioni possano aver comportato un uso non conforme dei fondi.


La risonanza del caso è aumentata rapidamente per via del profilo dei due soggetti coinvolti. Mogherini e Sannino hanno ricoperto incarichi di alto livello nelle istituzioni europee, con responsabilità dirette nei settori della diplomazia e delle relazioni internazionali. Il fatto che la Procura europea abbia ritenuto necessario procedere con azioni così incisive dimostra la volontà di assicurare un controllo rigoroso sui fondi comunitari e di preservare la credibilità delle istituzioni, soprattutto in ambiti formativi che rappresentano investimenti strategici per il futuro dell’Unione. Le verifiche in corso mirano dunque a garantire la piena trasparenza delle decisioni e a chiarire se il quadro normativo sia stato rispettato in ogni sua parte.


Le autorità giudiziarie stanno valutando anche il ruolo delle strutture amministrative che hanno seguito il progetto, con l’obiettivo di verificare se i sistemi di controllo interni siano stati adeguati e se eventuali anomalie siano riconducibili a errori procedurali, carenze organizzative o scelte discrezionali non pienamente allineate con le direttive europee. Particolare attenzione è dedicata alla filiera degli appalti e ai criteri utilizzati per la selezione dei fornitori, considerato che gli appalti destinati ai programmi formativi devono rispettare standard elevati di trasparenza, competitività ed equità.


Gli sviluppi dell’indagine saranno significativi anche per il dibattito interno alle istituzioni, poiché la vicenda evidenzia l’importanza di mantenere elevati livelli di controllo, soprattutto quando si tratta di fondi destinati a programmi educativi e iniziative di cooperazione internazionale. La gestione dei fondi comunitari è uno dei capitoli più delicati dell’azione amministrativa dell’Unione, e ogni possibile irregolarità rischia di compromettere la fiducia nei meccanismi di finanziamento e nei partner coinvolti. Le verifiche proseguiranno nelle prossime settimane, con ulteriori analisi su documenti e testimonianze utili per ricostruire con precisione il quadro degli eventi oggetto di attenzione investigativa.


La posizione dei due rilasciati rimane quindi in fase di valutazione, mentre la Procura europea continua a lavorare per definire in modo puntuale la natura delle eventuali responsabilità. Le indagini, ancora in una fase iniziale, richiederanno ulteriori passaggi istruttori prima che gli inquirenti possano formulare valutazioni definitive sul materiale raccolto e sulle informazioni che emergeranno attraverso gli approfondimenti programmati.

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