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Le azioni dell'Europa per affrontare il cambiamento economico in atto

Concludere i negoziati con gli Usa, preparare misure di salvaguardia in Europa per tutelare la produzione interna, siglare accordi di libero scambio con altri attori internazionali e una politica energetica industriale europea. Sono le quattro azioni, descritte dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, necessarie all'Europa per far fronte ai dazi statunitensi. Intervistato dal direttore di Libero Mario Sechi insieme all'imprenditrice Emma Marcegaglia, e davanti al presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e all'assessore provinciale all'istruzione, cultura, per i giovani e pari opportunità Francesca Gerosa, il ministro ha analizzato la situazione economica attuale nel meeting del Festival dell'economia "L’economia nelle nuove frontiere dell’Occidente".

Marcegaglia ha spiegato come quello attuale sia un mondo molto diverso da quello visto fino a quattro anni fa, contraddistinto da un crescente protezionismo, da una geopolitica molto complicata e da due guerre pesanti in cui la diplomazia fatica a svolgere il proprio ruolo. Un mondo incerto, in trasformazione al quale bisogna adeguarsi e cogliere le opportunità che si palesano. La figura di rottura è il presidente statunitense Donald Trump, che con l'annuncio di nuovi dazi nei confronti di numerosi stati vuole ridefinire le regole dell'economia mondiale. "L'epoca della globalizzazione è finita – ha spiegato il ministro Urso -  l'Europa deve reagire, riunire l'occidente per ridurre i dazi e in seguito stipulare accordi con altre realtà internazionali. Penso per esempio alla penisola arabica, all'India, all'Australia e Nuova Zelanda. L'Italia, ma anche il nostro continente per uscire al meglio da questa situazione deve mettere in campo quattro azioni: concludere al meglio il negoziato con gli Stati Uniti riducendo i dazi; preparare delle misure di salvaguardia nel continente per tutelare la produzione interna nel caso i negoziati con i paesi extraeuropei non andassero a buon fine; stipulare accordi di libero scambio con altri attori internazionali; realizzare una politica energetica industriale e commerciale europea, prendendo atto che il green deal è morto".




Fonte: festivaleconomia.it

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