Un impegno: favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone in condizione di svantaggio e vulnerabilità, in particolare delle persone con disabilità. E un progetto concreto, di durata annuale, da declinare secondo tre direttive. Tutto questo è frutto di un accordo di collaborazione tra l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Croce Rossa Italiana, con l’obiettivo di ripartire dal lavoro come chiave di sviluppo delle comunità del nostro Paese. Due enti che rappresentano rispettivamente oltre due milioni di cittadini ciechi assoluti e ipovedenti, e della maggiore organizzazione di volontariato in Italia, attiva nel nostro Paese, fondata a Milano il 15 giugno 1864 e composta da oltre 150mila volontari su tutto il territorio nazionale. Ed è proprio in vista dell’anniversario della nascita che la Croce Rossa Italiana ha siglato l’accordo con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, fondata a sua volta a Roma il 26 ottobre 1920. Il protocollo, in particolare, rappresenta per Croce Rossa Italiana un nuovo percorso di attenzione sui temi dell’inclusione lavorativa come strumento di lotta alla povertà e all’emarginazione sociale, e che rientra nel quadro di una collaborazione già attivata nel 2020 nel segno della promozione di una linea di intervento comune in tutto il territorio nazionale nell’ambito della più ampia emergenza sanitaria derivante dal diffondersi di Covid-19, per dare sostegno alle persone non vedenti e ipovedenti in condizione di svantaggio e vulnerabilità attraverso la consegna a domicilio di spesa e farmaci. Il legame tra i due enti, in altre parole, si è andato rafforzando, come ha spiegato Francesco Rocca, presidente di Croce Rossa Italiana: «La sigla di questo accordo è il primo passo di un nuovo percorso strategico per la Croce Rossa Italiana, che abbiamo voluto annunciare proprio oggi in occasione del nostro ‘compleanno’ e con cui avviamo un impegno a tutto campo sui temi dell’inclusione lavorativa come elemento cardine per lo sviluppo e la sicurezza delle nostre comunità e per vincere la lotta alla povertà e all’emarginazione». Il progetto, come accennato, è declinato secondo tre assi di intervento. Il primo riguarda l’attivazione di Presidi di assistenza in seno ai Comitati territoriali di Croce Rossa Italiana e alle sezioni territoriali di UICI, indicativamente uno per ciascuna Regione, a cui ci si potrà rivolgere per ricevere un supporto di accompagnamento e orientamento al lavoro, accedendo a percorsi formativi e di inclusione. Il secondo piano di intervento, invece, riguarda lo sviluppo di un portale web dedicato all’incontro domanda-offerta, una piattaforma di matching denominata Lisa: si tratta di uno strumento innovativo che Croce Rossa Italiana implementerà con la collaborazione di aziende, enti di formazione, associazioni di categoria, enti del Terzo Settore, sia a livello nazionale che locale, e coinvolgendo le sezioni di UICI per recepire le situazioni di bisogno. Il network, così strutturato, punterà a riscontrare ed evidenziare opportunità formative e lavorative: la piattaforma, inoltre, permetterà anche la comunicazione di eventi di formazione, webinar e seminari fruibili da tutti gli utenti interessati tramite una semplice registrazione. Infine, il terzo segmento di intervento riguarda ’organizzazione di eventi di sensibilizzazione rivolti alle comunità per promuovere l’importanza dell’inclusione sociale per lo sviluppo della produttività dei territori e stimolare partnership con le imprese, oltre ad un’attività di informazione verticale all’interno del mondo UICI per il coinvolgimento dei propri associati, indirizzando competenze e capacità per gli obiettivi comuni. Ha spiegato Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti: «Questo progetto incarna perfettamente lo spirito fattivo con cui Uici intende perseguire l'autonomia e la pari dignità dei cittadini non vedenti: in questa chiave l'inclusione lavorativa è la chiave di volta per affermarne la piena cittadinanza e per questo coinvolgeremo tutte le nostre sezioni territoriali, certi che il mondo della disabilità visiva ha tanto da dare in termini di competenze inespresse e di capacità di attivazione, in una logica di reciprocità» Un progetto, in definitiva, che nasce dalla necessità di tenere assieme sviluppo, occupazione e una dimensione solidale, decisiva per contribuire a una ripartenza economica che sia il più inclusiva possibile.
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