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Airbus e Boeing si preparano a una nuova corsa agli ordini nel 2025 mentre Guillaume Faury indica le priorità per il futuro dell’aviazione globale

Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo per il settore aeronautico, con Airbus e Boeing pronte a confrontarsi in una competizione che potrebbe ridefinire gli equilibri dell’industria mondiale degli aerei commerciali. Le dichiarazioni di Guillaume Faury, presidente di Airbus fino alla fine dell’anno e ancora figura di riferimento per il gruppo europeo, delineano uno scenario in cui la ripartenza degli ordini, l’evoluzione tecnologica e la capacità di gestire catene produttive sempre più complesse saranno gli elementi centrali di una sfida che non riguarda solo due colossi industriali, ma l’intero ecosistema aerospaziale. Secondo Faury, il mercato si avvia verso una fase di ulteriore espansione, con un fabbisogno crescente di aeromobili per far fronte alla domanda globale di mobilità, all’ammodernamento delle flotte e alla necessità di ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione.


La posizione di Airbus resta solida. Negli ultimi anni, l’azienda europea ha mantenuto un vantaggio significativo sugli ordini, favorito dalla popolarità della famiglia A320neo, considerata dai vettori una piattaforma stabile, affidabile e con consumi più contenuti rispetto alle generazioni precedenti. La continuità nel ritmo delle consegne e l’espansione della capacità produttiva rappresentano però una sfida permanente: la domanda supera spesso la disponibilità, e le catene di fornitura globali continuano a mostrare fragilità emerse durante la pandemia e mai completamente risolte. Faury sottolinea che il 2025 dovrà essere l’anno in cui Airbus consoliderà queste filiere, aumentando l’efficienza senza sacrificare qualità e sicurezza, elementi che costituiscono il cuore del suo posizionamento competitivo.


Sul fronte Boeing, l’attenzione è concentrata su un ritorno definitivo alla normalità dopo anni difficili caratterizzati da crisi industriali, ritardi, problemi di certificazione e una perdita significativa di fiducia da parte dei clienti. Le recenti comunicazioni del gruppo statunitense mostrano però la volontà di voltare pagina: i vertici intendono rilanciare la capacità produttiva del 737 MAX, accelerare i programmi del 787 e rafforzare le relazioni con le compagnie che hanno subito ritardi e cancellazioni. La competizione con Airbus non è mai stata puramente tecnica o commerciale: riguarda anche la credibilità industriale, la capacità di rispettare scadenze e la qualità dei rapporti con i clienti. Il 2025 potrebbe rappresentare per Boeing l’occasione per dimostrare di essere tornata un interlocutore stabile e affidabile.


Il contesto in cui si muovono i due grandi costruttori è però più complesso rispetto al passato. Le normative ambientali stanno diventando sempre più stringenti e la spinta verso carburanti sostenibili, tecnologie ibride e soluzioni alternative richiede investimenti che coinvolgono non solo Airbus e Boeing, ma l’intero settore: compagnie aeree, aeroporti, fornitori di carburante e istituzioni regolatorie. Faury ha più volte evidenziato che nessun costruttore può affrontare da solo la transizione energetica dell’aviazione. La collaborazione pubblico-privato, la disponibilità di infrastrutture dedicate e il supporto dei governi saranno elementi decisivi nel definire la velocità con cui il settore potrà ridurre le emissioni. In questo senso, il 2025 potrebbe segnare l’inizio concreto di programmi più ambiziosi, come la produzione su larga scala di carburanti sostenibili e lo sviluppo di architetture aeronautiche di nuova generazione.


Sul piano commerciale, la corsa agli ordini dipenderà anche dalle strategie delle compagnie aeree. Molte di esse stanno pianificando un ampliamento delle flotte per far fronte al ritorno robusto della domanda globale di trasporto passeggeri. Asia, Medio Oriente e Nord America restano i mercati chiave, ma anche l’Europa sta vivendo una ripresa più stabile del previsto, con vettori tradizionali e low cost pronti a investire su modelli a medio e lungo raggio. Le previsioni indicano che la richiesta di aeromobili resterà elevata per diversi anni, spinta da un tasso di sostituzione particolarmente alto: molte flotte globali sono vicine alla fine del ciclo operativo e richiedono aggiornamenti profondi per mantenere competitività e conformità ambientale.


Faury ha anche richiamato l’attenzione sull’importanza di continuare a rafforzare la resilienza dell’industria aeronautica europea. Le tensioni geopolitiche, le difficoltà logistiche e la competizione internazionale non riguardano solo la produzione di aeromobili, ma l’intera catena di valore: componentistica, materiali avanzati, elettronica di bordo e sistemi di controllo. Una delle priorità sarà ampliare la base industriale e ridurre le dipendenze critiche, così da evitare colli di bottiglia che possano rallentare la produzione. Airbus, in questo senso, sta già lavorando con istituzioni e fornitori per creare un ecosistema più robusto e diversificato.


La sfida tra Airbus e Boeing nel 2025 non sarà quindi una semplice competizione per il numero di ordini ricevuti o per le consegne effettuate. Sarà una prova di forza industriale, tecnologica e strategica che misurerà la capacità di entrambi i colossi di adattarsi a un settore in rapida trasformazione, sostenere volumi elevati, innovare nel rispetto delle normative ambientali e garantire affidabilità ai clienti in un mercato globale sempre più esigente.

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