Xi Jinping in Vietnam: la Cina si propone come partner stabile contro il protezionismo globale
- piscitellidaniel
- 3 giorni fa
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Xi Jinping in Vietnam: diplomazia economica e condanna del protezionismo
Il presidente cinese Xi Jinping ha inaugurato una missione diplomatica nel Sud-est asiatico con la prima tappa in Vietnam, dove ha lanciato un messaggio chiaro contro le tendenze protezionistiche che stanno emergendo su scala globale. Durante la visita ufficiale ad Hanoi, Xi ha dichiarato che “il protezionismo non porta da nessuna parte”, riferendosi in particolare alle tensioni commerciali in atto con gli Stati Uniti. Ha ribadito l’impegno della Cina verso un’economia globale aperta e multilaterale, sottolineando la necessità di mantenere stabili le catene di approvvigionamento e di promuovere un’integrazione economica regionale più stretta.
Xi ha evidenziato come le guerre commerciali non abbiano vincitori, criticando le recenti misure tariffarie adottate da Washington e presentando Pechino come promotrice di una globalizzazione inclusiva. La visita ha rappresentato anche un’occasione per riaffermare il ruolo della Cina come potenza responsabile nella governance economica globale e come alternativa credibile alla crescente instabilità del commercio internazionale.
Tensioni commerciali USA-Cina e reazione strategica di Pechino
Il contesto in cui si svolge il viaggio di Xi è caratterizzato da un’escalation nelle relazioni economiche tra Pechino e Washington. Dopo la reintroduzione di tariffe su un ampio paniere di beni cinesi da parte dell’amministrazione Trump, Pechino ha risposto con dazi su beni statunitensi per un valore del 125%. Sebbene entrambe le parti abbiano concordato una sospensione temporanea delle nuove tariffe per 90 giorni, la sfiducia reciproca persiste e rende incerti gli esiti delle negoziazioni.
La missione diplomatica di Xi mira a rafforzare i legami con i paesi ASEAN, valorizzando la cooperazione sud-sud e cercando di ridurre la dipendenza economica dai mercati occidentali. La Cina sta costruendo un’alleanza commerciale che mira a consolidare la sua leadership regionale, presentandosi come baluardo contro il ritorno delle barriere doganali e delle logiche unilaterali nei rapporti economici internazionali.
Accordi infrastrutturali tra Cina e Vietnam
Uno dei pilastri della visita in Vietnam è stato il rafforzamento della cooperazione infrastrutturale. Xi e i vertici vietnamiti hanno firmato un’intesa per lo sviluppo congiunto di una linea ferroviaria transfrontaliera da 8 miliardi di dollari, destinata a collegare direttamente la provincia cinese del Guangxi con Hanoi. L’obiettivo è facilitare il commercio bilaterale e rafforzare la connettività tra le economie dell’Indocina e quelle della Cina meridionale.
Questo progetto si inserisce nella più ampia strategia della Belt and Road Initiative, il grande piano di infrastrutture lanciato da Pechino per proiettare la sua influenza commerciale attraverso Eurasia e Sud-est asiatico. Il rafforzamento delle infrastrutture ferroviarie rappresenta una mossa cruciale per migliorare l’efficienza logistica in una regione che ha conosciuto forti tensioni geopolitiche, ma che è anche diventata un hub produttivo alternativo alla stessa Cina per molte multinazionali.
La posizione ambivalente del Vietnam
Il Vietnam rappresenta un tassello strategico nello scacchiere asiatico. Da un lato, è uno dei principali partner commerciali della Cina e condivide con Pechino la partecipazione ad accordi regionali come il RCEP. Dall’altro, ha rafforzato le relazioni con gli Stati Uniti, attratto dagli investimenti americani e dalla possibilità di accedere al mercato statunitense in un momento di delocalizzazione di molte aziende occidentali.
Proprio questa ambivalenza ha posto il Vietnam in una posizione delicata. Gli Stati Uniti hanno minacciato, e successivamente sospeso per tre mesi, dazi fino al 46% su alcune importazioni vietnamite, accusando Hanoi di fungere da “porta sul retro” per le merci cinesi che aggirano le tariffe americane. In risposta, il Vietnam ha rafforzato i controlli doganali e avviato un dialogo tecnico con Washington per evitare sanzioni permanenti, cercando di mantenere un equilibrio tra i due giganti economici.
L'espansione diplomatica cinese nel Sud-est asiatico
La missione vietnamita di Xi Jinping si inserisce in un itinerario più ampio che include anche Malesia e Cambogia. L’obiettivo è costruire un fronte compatto di paesi del Sud-est asiatico disponibili a collaborare con la Cina su base multilaterale, e potenzialmente a fare da contrappeso all’influenza occidentale in un’area strategica per la logistica globale e per le nuove rotte energetiche e commerciali.
In Malesia, la Cina punta a rilanciare i progetti infrastrutturali interrotti durante la pandemia, come la East Coast Rail Link. In Cambogia, alleata storica, Pechino ha già investito miliardi nella costruzione di porti e infrastrutture militari. In ciascun paese, Xi promuove un’agenda basata su investimenti, interconnessioni logistiche e cooperazione economica, presentando la Cina come un partner affidabile e privo di secondi fini ideologici.
Il messaggio geopolitico di Pechino
Il viaggio di Xi Jinping nel Sud-est asiatico, al di là dei singoli accordi commerciali, è un messaggio strategico rivolto all’Occidente. La Cina vuole rafforzare il suo ruolo come potenza stabilizzatrice in una fase di crescente incertezza globale, e farlo attraverso la diplomazia economica, evitando scontri diretti ma esercitando influenza attraverso la leva finanziaria e infrastrutturale.
L’accusa al protezionismo come “vicolo cieco” si rivolge non solo a Washington, ma a tutti gli attori che stanno reintroducendo barriere e dazi in nome di interessi nazionali. Secondo Pechino, solo un commercio aperto e regolato può garantire crescita duratura, ed è questa la narrativa che la leadership cinese intende rafforzare nei suoi interlocutori regionali.
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