Il "redditometro" non esiste più e non va più chiamato così il meccanismo che incrocia le spese con il reddito dichiarato per identificare l'evasione fiscale. Questo è quanto affermato dal viceministro dell'Economia e delle Finanze, durante il Festival dell'Economia di Trento. Il nuovo meccanismo, introdotto nel 2018, mira a tutelare i contribuenti onesti e individuare i grandi evasori fiscali, rispettando le indicazioni del Garante della privacy e le regole Istat. Il relatore ha inoltre evidenziato la necessità di riformare le aliquote IRPEF per contrastare l'impoverimento del ceto medio.
Durante l'incontro Lilia Cavallari, presidente dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha discusso l'impatto della riforma sul bilancio statale e Federico Maurizio d'Andrea, presidente dell'Organismo di Vigilanza di Banco BPM, ha sottolineato l'importanza della giustizia fiscale per riequilibrare il bilancio pubblico. La tecnologia e la tracciabilità saranno fondamentali per il successo della riforma fiscale.
Il viceministro ha dichiarato che l'obiettivo è continuare a intervenire sulle aliquote IRPEF per contrastare l'impoverimento del ceto medio, utilizzando anche i proventi del concordato preventivo biennale. Ha sottolineato l'importanza di mantenere le attuali tre aliquote (23%, 35% e 43%) per il 2024, ma ha anche espresso l'intenzione di trovare una progressione per ulteriori interventi. Ha evidenziato che la disponibilità delle risorse dipenderà dall'adesione dei contribuenti al concordato, prevista per il 15 ottobre, coincidente con l'inizio della sessione di bilancio. Per quanto riguarda l’IRAP, inoltre, il viceministro ha confermato che il ministero sta conducendo approfondimenti per evitare ripercussioni negative sugli enti locali. E sulla dichiarazione dei redditi precompilata, ha confermato che sta trovando apprezzamento e che sta andando bene. Con riferimento all’IRAP, ha anticipato che si tratta di un tema trattato in dettaglio dall'altra ala del Ministero, che sta conducendo approfondimenti accurati per evitare ripercussioni negative sugli enti locali.
Cavallari, ha illustrato l'impatto della riforma sul bilancio statale e sulla redistribuzione delle risorse. Il piano prevede un intervento strutturale mirato alla riduzione del debito pubblico nei prossimi sette anni, portando a un quadro normativo più organico e semplificato. Un elemento cruciale è il recupero dell'evasione fiscale, in conformità con le regole europee. L'esperienza dimostra che è più efficace intervenire preventivamente. Un esempio significativo è rappresentato dalle norme sulla fatturazione elettronica, che hanno già prodotto importanti risultati. In questo contesto, la tecnologia e la tracciabilità giocheranno un ruolo fondamentale di supporto.
D'Andrea ha offerto una prospettiva sulle implicazioni finanziarie per banche e istituzioni finanziarie, sottolineando il principio di giustizia fiscale per riequilibrare il bilancio pubblico. Ha ricordato che il contribuente è anche un cittadino e ha sottolineato l'importanza di non essere indulgenti verso i grandi evasori. D'Andrea ha espresso fiducia nella riforma fiscale e nei suoi strumenti, a condizione che non si dia eccessivo spazio a pratiche presuntive. Ha inoltre evidenziato la necessità di un sistema tributario che valorizzi la tracciabilità delle transazioni.
Fonte: festivaleconomia.it
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