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ReArm UE: la Lega chiede acquisti esclusivi da aziende italiane

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Il recente piano "ReArm Europe" presentato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, prevede un investimento senza precedenti nel settore della difesa dell'Unione Europea, con una mobilitazione complessiva di circa 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. Di questi, 150 miliardi saranno erogati sotto forma di prestiti agli Stati membri, mentre i restanti 650 miliardi deriveranno dalla possibilità per i singoli Paesi di sforare i vincoli del Patto di Stabilità per investire nella difesa. ​


La posizione della Lega sul piano ReArm Europe

In Italia, la Lega ha espresso una posizione chiara riguardo all'implementazione del piano ReArm Europe. Durante una riunione interna, alla quale ha partecipato anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il partito ha sottolineato la necessità che gli investimenti destinati alla difesa siano indirizzati esclusivamente verso aziende italiane, evitando l'acquisto di mezzi militari e altri strumenti da compagnie francesi o tedesche. 


Questa posizione riflette la volontà della Lega di sostenere e potenziare l'industria nazionale della difesa, garantendo che le risorse stanziate nell'ambito del piano europeo contribuiscano direttamente all'economia italiana. Inoltre, il partito ha evidenziato l'importanza di assicurare che l'Unione Europea dedichi la stessa attenzione alle frontiere meridionali, in particolare al Mediterraneo, così come fa per quelle orientali. 


Preoccupazioni sul debito pubblico e sulla spesa sociale

Durante la riunione, il ministro Giorgetti ha ribadito la necessità di valutare attentamente i dettagli del piano ReArm Europe prima di esprimere un giudizio definitivo. Ha sottolineato l'importanza di monitorare l'impatto sul debito pubblico e di garantire che le risorse destinate alla difesa non intacchino i fondi previsti per la spesa sociale, in particolare per la sanità. 


Riserve su Eutelsat e la concorrenza nel settore satellitare

Un altro tema affrontato durante l'incontro è stato quello relativo a Eutelsat, azienda concorrente di Starlink nel settore delle comunicazioni satellitari. La Lega ha espresso riserve riguardo alla composizione azionaria di Eutelsat, che include, tra gli altri, un gruppo di proprietà di un magnate indiano, società francesi, il governo britannico e un fondo cinese. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha sollevato la questione chiedendo se sia opportuno preferire Eutelsat a Starlink, evidenziando le implicazioni strategiche di tali scelte. 


Divisioni all'interno della coalizione di centrodestra

La posizione della Lega sul piano ReArm Europe ha evidenziato alcune divergenze all'interno della coalizione di centrodestra. Mentre la Lega insiste sulla necessità di privilegiare le aziende italiane negli acquisti per la difesa, altri alleati, come Forza Italia e Fratelli d'Italia, sottolineano che la linea in politica estera deve essere dettata da Palazzo Chigi e dalla Farnesina. Inoltre, esponenti di Forza Italia hanno ribadito che le decisioni in materia devono essere prese in coerenza con gli impegni europei e internazionali dell'Italia. 


Il contesto europeo e le implicazioni per l'Italia

Il piano ReArm Europe rappresenta una svolta storica nella politica di sicurezza e difesa dell'Unione Europea. L'Italia, grazie alla sua posizione geografica e all'eccellenza tecnologica nel settore della difesa, potrebbe trarre vantaggi significativi da questo investimento. Tuttavia, la gestione degli stanziamenti richiede un equilibrio tra le esigenze di rafforzamento militare e la sostenibilità economica, considerando anche le implicazioni sul debito pubblico e sulla spesa sociale. ​


Inoltre, la proposta di attivare una clausola di salvaguardia nazionale del Patto di Stabilità e Crescita per consentire agli Stati membri di aumentare le spese per la difesa senza incorrere in procedure per disavanzo eccessivo potrebbe generare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni. Questo offrirebbe all'Italia l'opportunità di incrementare significativamente gli investimenti nel settore della difesa, con potenziali benefici per l'industria nazionale e per l'occupazione.

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