Politiche fiscali e pressione tributaria: Italia sotto osservazione
- Giuseppe Politi
- 23 mag
- Tempo di lettura: 1 min
La legge di bilancio 2025 conferma un’impostazione prudente, con un disavanzo previsto al 3,3% del PIL. Le misure principali riguardano la riduzione del cuneo fiscale, agevolazioni alle famiglie numerose, e nuovi incentivi all’assunzione.
Tuttavia, il peso delle imposte resta tra i più alti in Europa. L’IRPEF continua a gravare sui redditi da lavoro dipendente, mentre evasione e elusione restano largamente diffuse, specie nei settori cash-based e professionali.
Il fisco digitale ha migliorato il contrasto all’evasione, ma genera frizioni tra contribuenti e amministrazione. L’adozione massiva della fatturazione elettronica e della trasparenza bancaria pone problemi di compliance, soprattutto per le microimprese.
L’Italia ha promesso a Bruxelles una revisione delle tax expenditures e un riordino delle agevolazioni, ma i tempi si allungano. Le grandi riforme (catasto, IVA, aliquote) sono state rinviate per timori politici e pressioni di categoria.
In questo contesto, la fiscalità viene vissuta come uno strumento punitivo anziché promozionale. Mancano incentivi strutturali a investimenti green, innovazione e capitale umano. La complessità normativa resta un ostacolo agli operatori economici.
Il 2025 si conclude senza scossoni, ma anche senza svolte. La sostenibilità fiscale richiede un patto politico ampio, che punti su semplificazione, equità e responsabilità condivisa tra Stato e contribuente.
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