Meloni alla Casa Bianca: l’Italia cerca un'intesa su dazi e difesa con gli Stati Uniti in un contesto di tensione globale
- piscitellidaniel
- 14 apr
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Il 17 aprile 2025 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà ricevuta nello Studio Ovale dal presidente statunitense Donald Trump per un vertice bilaterale di primaria importanza. Al centro dell’incontro ci saranno due dossier strategici: la minaccia dei dazi USA sui prodotti industriali europei e la crescente pressione da parte di Washington affinché l’Italia aumenti la propria spesa per la difesa. La missione di Meloni si colloca in un momento delicato per l’equilibrio dei rapporti transatlantici, segnato dal ritorno della retorica protezionista americana e dall’intensificarsi della competizione tra Stati Uniti e Cina.
Dazi industriali: la proposta italiana per scongiurare la guerra commerciale
Meloni porterà alla Casa Bianca la proposta di un accordo commerciale fondato sul principio dello “zero per zero”: l’eliminazione reciproca dei dazi doganali sui prodotti industriali tra Unione Europea e Stati Uniti. Una misura volta a prevenire una guerra commerciale che rischierebbe di danneggiare l’intero sistema manifatturiero europeo e, in particolare, settori chiave del Made in Italy come meccanica, automotive e chimica. Il surplus commerciale dell’Italia nei confronti degli Stati Uniti ha raggiunto i 38 miliardi di euro nel 2024, alimentando il malcontento dell’amministrazione Trump che, già all’inizio del 2025, ha minacciato tariffe punitive fino al 25% su alcune categorie di beni europei.
Meloni ha definito l’eventuale introduzione di dazi «un errore che non conviene a nessuno» e punta a mediare una posizione comune con gli altri partner europei, mantenendo al contempo un canale diretto con Washington per scongiurare sanzioni unilaterali.
Il “Piano d’azione” italiano: energia e industria della difesa come contropartita
Per rafforzare la propria posizione negoziale, il governo italiano ha elaborato un “Piano d’azione” concordato con Farnesina e MIMIT, che prevede nuove commesse per l’acquisto di sistemi di difesa prodotti da aziende statunitensi, l’ampliamento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL) da parte degli USA e una cooperazione rafforzata nel campo della tecnologia dual-use. L’Italia, con questa mossa, intende offrire un riequilibrio commerciale attraverso canali alternativi, rafforzando i rapporti economici con Washington senza sacrificare l'autonomia produttiva nazionale.
Il piano include anche incentivi per attrarre investimenti americani in settori strategici italiani, con particolare attenzione all’automotive elettrico, all’aerospazio e alla microelettronica.
Pressioni americane sulla spesa militare: il nodo del 5% del PIL
Uno dei punti più critici dell’incontro sarà la richiesta americana di un aumento significativo della spesa militare da parte degli alleati NATO. Trump, già noto per la sua posizione intransigente durante il primo mandato, ha chiesto all’Italia di portare la propria spesa per la difesa al 5% del PIL, più del doppio rispetto al 2% fissato come obiettivo comune. Attualmente, l’Italia si attesta intorno all’1,6% del PIL, con una previsione di crescita al 2% entro il 2028.Meloni si presenterà a Washington con un pacchetto di impegni progressivi, ma punterà ad evitare un impegno immediato su livelli ritenuti insostenibili per i conti pubblici.
Il governo italiano è pronto a offrire un contributo più attivo in missioni strategiche, come il pattugliamento del Mar Rosso e il rafforzamento della difesa cyber, per dimostrare la propria affidabilità come alleato senza gravare eccessivamente sul bilancio statale.
Il ruolo dell’Italia come ponte tra UE e USA
Meloni intende rafforzare il posizionamento internazionale dell’Italia come interlocutore privilegiato sia all’interno della NATO che nell’Unione Europea. La premier ha ribadito in più occasioni che «l’Alleanza transatlantica rappresenta un pilastro della politica estera italiana» e che Roma intende giocare un ruolo attivo nel ridisegnare i nuovi equilibri globali. Allo stesso tempo, l’Italia si presenta come mediatrice credibile tra l’Europa e Washington, in un momento in cui Bruxelles fatica a parlare con una sola voce.
La linea italiana è quella di favorire un dialogo pragmatico con gli Stati Uniti, pur difendendo l’integrità del mercato unico europeo e promuovendo un’autonomia strategica bilanciata, soprattutto nei settori della difesa e delle tecnologie emergenti.
La Cina sullo sfondo: l’Italia tra due potenze
Lo sfondo della visita è segnato dal confronto tra Stati Uniti e Cina. Trump ha imposto dazi del 104% su numerosi prodotti tecnologici cinesi, inclusi semiconduttori, batterie e droni, in una strategia di “decoupling selettivo” che punta a ridurre la dipendenza tecnologica da Pechino. In risposta, la Cina ha minacciato ritorsioni sulle esportazioni di terre rare e prodotti medicali.
In questo contesto, l’Italia cerca di mantenere un profilo equilibrato. Pur avendo formalmente aderito al disimpegno dalla Via della Seta, Roma continua a mantenere solidi rapporti economici con la Cina, in particolare per le esportazioni manifatturiere e per la cooperazione universitaria e scientifica.
L’obiettivo strategico del governo è quello di rafforzare l’asse atlantico senza compromettere i canali di dialogo e di commercio con Pechino, evitando che l’Italia sia costretta a scegliere in modo netto tra le due superpotenze.
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