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Lo Ior aderisce pienamente a Basilea III: esclusi investimenti contrari alla dottrina sociale, stop a armi e farmaci per l’aborto

L’Istituto per le Opere di Religione compie un passo decisivo nella propria evoluzione regolamentare annunciando l’adesione completa agli standard di Basilea III, il quadro internazionale che definisce i requisiti patrimoniali e di gestione del rischio per gli intermediari finanziari. La scelta rappresenta un ulteriore consolidamento del percorso di trasparenza e rafforzamento istituzionale avviato negli ultimi anni, collocando l’istituto vaticano all’interno di parametri di vigilanza analoghi a quelli delle banche operanti nei principali sistemi finanziari globali. L’adeguamento ai requisiti di Basilea III implica un controllo più rigoroso sulla qualità del capitale, sui coefficienti di solvibilità, sulla gestione dei rischi di mercato e operativi, nonché sull’attività creditizia. Il nuovo assetto regolamentare consente allo Ior di rafforzare la propria credibilità verso autorità di vigilanza, organismi finanziari e partner internazionali, migliorando al contempo la governance interna.


Uno degli aspetti più rilevanti della decisione è l’introduzione di criteri stringenti in materia di etica degli investimenti, coerenti con la dottrina sociale della Chiesa. Lo Ior ha infatti escluso in modo esplicito la possibilità di impiegare fondi in comparti considerati incompatibili con i principi morali cattolici, come la produzione e il commercio di sistemi d’arma, o la realizzazione e distribuzione di farmaci utilizzati per l’aborto. Questa impostazione, già parzialmente applicata nelle linee guida precedenti, diventa ora parte integrante del quadro regolamentare e gestionale dell’istituto. Si tratta di una scelta che mira a garantire che l’attività finanziaria sia integralmente conforme a criteri di responsabilità sociale e rispetto della vita.


L’adesione a Basilea III consente allo Ior di implementare procedure più avanzate per la valutazione dei rischi, per la gestione della liquidità e per il monitoraggio dei portafogli finanziari. I nuovi requisiti patrimoniali impongono che parte significativa delle attività sia coperta da capitale di alta qualità, con un’attenzione particolare alla solidità dei bilanci e alla capacità di resistere a shock di mercato. Per l’istituto vaticano questa transizione rappresenta un’opportunità per consolidare l’assetto prudenziale, minimizzare rischi operativi e rafforzare il legame con gli enti ecclesiastici e caritativi che costituiscono la base della sua operatività.


Parallelamente, il rinnovato sistema di regole amplia la trasparenza dei processi interni, poiché introduce procedure di controllo più strutturate e un reporting più dettagliato. La conformità agli standard internazionali risponde anche alle indicazioni delle autorità economiche e monetarie europee, che negli ultimi anni hanno richiesto maggiore coerenza nella gestione delle attività svolte dagli istituti religiosi con operatività finanziaria. In questo senso, lo Ior si allinea alle migliori pratiche del settore, offrendo maggiori garanzie ai soggetti che affidano risorse all’istituto e rendendo più efficace la vigilanza dei meccanismi interni.


La scelta di escludere investimenti contrari alla dottrina sociale non si limita al divieto di finanziare industrie belliche o farmaci abortivi, ma coinvolge anche settori collegati a pratiche ritenute lesive della dignità umana o dell’integrità del creato. Le nuove linee guida prevedono criteri di selezione basati su indicatori ambientali, sociali e di governance, con un’attenzione particolare alle imprese che adottano pratiche sostenibili e rispettose dei diritti umani. Questo approccio rafforza la volontà dello Ior di coniugare etica finanziaria e tutela del patrimonio, consolidando la dimensione identitaria dell’istituto come soggetto che opera non solo per obiettivi economici, ma anche in funzione della missione ecclesiale.


Gli effetti della riforma si riflettono inoltre sulle modalità operative dell’istituto nell’erogazione dei servizi a congregazioni, diocesi, enti di carità e organismi della Santa Sede. L’adozione di parametri prudenziali più rigorosi assicura maggiore stabilità e affidabilità, elementi essenziali per sostenere attività missionarie e opere sociali in contesti complessi. La solidità patrimoniale e la gestione responsabile delle risorse diventano così strumenti funzionali alla tutela dei fondi destinati ai progetti ecclesiali, garantendo un impiego coerente e trasparente.


Con l’integrazione di Basilea III e il rafforzamento dei criteri etici, lo Ior consolida un percorso di rinnovamento che negli ultimi anni ha interessato strutture organizzative, procedure di vigilanza e dimensione operativa. La combinazione tra standard finanziari internazionali e principi morali cattolici mira a definire un modello gestionale capace di coniugare rigore, trasparenza e identità valoriale. In questo quadro, l’istituto si presenta come soggetto finanziario pienamente integrato nei meccanismi globali ma al tempo stesso radicato nella propria missione peculiare, orientata alla tutela del bene comune e al sostegno delle opere della Chiesa.

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