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La Corte Suprema degli Stati Uniti ordina il ripristino di fondi USAID: una sconfitta per l'amministrazione Trump

Il 5 marzo 2025, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso una sentenza storica, ordinando all'amministrazione del presidente Donald Trump di sbloccare quasi 2 miliardi di dollari in aiuti esteri precedentemente congelati. La decisione, presa con una maggioranza risicata di 5 a 4, rappresenta una significativa battuta d'arresto per le politiche di riduzione della spesa pubblica promosse dall'attuale governo. ​


Contesto della disputa

All'inizio del suo secondo mandato, il presidente Trump ha emesso un ordine esecutivo che sospendeva per 90 giorni i finanziamenti dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), con l'obiettivo dichiarato di rivedere l'efficacia dei programmi di assistenza internazionale e ridurre le spese considerate non essenziali. Questa sospensione ha avuto un impatto immediato su numerosi progetti globali, causando l'interruzione di servizi vitali e il licenziamento di personale in diversi paesi. ​


La reazione delle organizzazioni internazionali

La decisione di congelare i fondi ha suscitato una forte reazione da parte di organizzazioni non governative e aziende appaltatrici coinvolte nei programmi di assistenza. Molte di queste entità hanno denunciato gravi difficoltà operative, con la necessità di ridurre o sospendere servizi essenziali e di procedere a licenziamenti di massa. La sospensione dei fondi ha messo a rischio programmi cruciali in settori come la sanità, l'educazione e lo sviluppo economico in diverse regioni del mondo. ​


L'intervento della magistratura

In risposta alle azioni dell'amministrazione, diverse organizzazioni hanno avviato azioni legali per contestare la legittimità del blocco dei fondi. Un giudice distrettuale di Washington, Amir Ali, ha emesso un'ordinanza che richiedeva il rilascio immediato dei fondi congelati, affermando che l'amministrazione non aveva fornito giustificazioni sufficienti per la sospensione su larga scala dei finanziamenti. L'amministrazione Trump ha presentato ricorso contro questa decisione, portando la questione all'attenzione della Corte Suprema. ​


La decisione della Corte Suprema

La Corte Suprema ha confermato l'ordinanza del giudice Ali, ordinando all'amministrazione di sbloccare i fondi destinati ai programmi di assistenza internazionale. La decisione è stata presa con una maggioranza di 5 a 4, con i giudici conservatori John Roberts e Amy Coney Barrett che si sono uniti ai giudici liberali nella decisione. Il giudice Samuel Alito, a capo del gruppo di giudici dissenzienti, ha espresso sorpresa per la decisione, affermando che essa costringe il governo a perdere irrevocabilmente fondi dei contribuenti. 


Implicazioni della sentenza

La sentenza della Corte Suprema rappresenta una significativa sconfitta per l'amministrazione Trump e potrebbe avere implicazioni di vasta portata per le future politiche di assistenza internazionale degli Stati Uniti. Il ripristino dei fondi consentirà la ripresa di numerosi programmi interrotti, garantendo la continuità di servizi essenziali in diverse parti del mondo. Tuttavia, la decisione solleva anche interrogativi sulla capacità dell'esecutivo di apportare modifiche significative alle politiche di spesa pubblica senza l'approvazione del potere legislativo e giudiziario. ​


Reazioni politiche

La decisione della Corte Suprema ha suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico statunitense. I sostenitori dell'assistenza internazionale hanno accolto con favore la sentenza, sottolineando l'importanza dei programmi USAID nel promuovere la stabilità e lo sviluppo globale. D'altra parte, i critici hanno espresso preoccupazione per l'interferenza del potere giudiziario nelle decisioni dell'esecutivo, sollevando dubbi sulla separazione dei poteri e sull'efficacia delle politiche di riduzione della spesa pubblica. 

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