Kirill Dmitriev a Washington: il mediatore del Cremlino incontra l'inviato di Trump Steve Witkoff per una nuova via diplomatica
- piscitellidaniel
- 2 apr
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Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF) e figura chiave nei rapporti internazionali del Cremlino, si prepara a recarsi a Washington per una serie di colloqui ad alto livello con Steve Witkoff, l’inviato personale del presidente americano Donald Trump. La missione di Dmitriev, anticipata da diverse fonti diplomatiche, è il più chiaro segnale finora della volontà russa di riaprire canali diretti di negoziato con gli Stati Uniti al di fuori dei circuiti ufficiali multilaterali e in piena autonomia da mediazioni europee o dell’ONU.
Kirill Dmitriev è noto negli ambienti economico-finanziari globali come l’uomo scelto da Vladimir Putin per rappresentare la Russia in contesti di dialogo strategico con i fondi sovrani esteri, soprattutto in Asia, Medio Oriente e Africa. Con un background occidentale, ha studiato economia a Stanford e conseguito un MBA ad Harvard, è una figura che il Cremlino ha sempre usato per stabilire interlocuzioni meno politicamente connotate, ma di forte impatto economico. Il RDIF che dirige ha gestito negli anni scorsi investimenti per miliardi di dollari in progetti infrastrutturali, energetici e tecnologici, anche in collaborazione con fondi arabi e cinesi.
Secondo quanto riportato da diverse testate americane, l’incontro tra Dmitriev e Witkoff si terrà nella capitale statunitense nei prossimi giorni, e sarà focalizzato su tre punti principali: il rilancio delle relazioni economiche bilaterali tra Russia e Stati Uniti, la creazione di un canale informale di comunicazione tra Trump e Putin in vista delle elezioni presidenziali USA 2024, e la possibilità di concordare un nuovo quadro negoziale per il contenimento del conflitto in Ucraina. Tra i dossier sul tavolo ci sarebbero anche lo scambio di prigionieri, il tema delle sanzioni e il congelamento di asset russi detenuti all’estero.
Il ruolo di Steve Witkoff in questa fase è tutt’altro che marginale. Imprenditore del settore immobiliare con una lunga vicinanza personale a Donald Trump, Witkoff è stato nominato nei mesi scorsi come rappresentante speciale della Casa Bianca per facilitare il dialogo con i paesi coinvolti nel conflitto ucraino. Ha già avuto un ruolo cruciale nel recente scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti, quando ha mediato per il rilascio di un ex marine americano detenuto a Mosca in cambio di un cittadino russo condannato negli Stati Uniti per traffico di armi.
Dmitriev, per parte sua, rappresenta una delle poche figure russe ad avere ancora accesso diretto ai circuiti diplomatici occidentali, pur essendo formalmente soggetto a sanzioni. La sua posizione è particolarmente delicata: pur essendo considerato un uomo del presidente russo, ha sempre mantenuto un profilo tecnico, cercando di costruire relazioni economiche stabili con partner internazionali anche nei momenti di massima tensione tra Mosca e le capitali occidentali. Il viaggio a Washington, che secondo fonti CNN sarà reso pubblico solo a incontro avvenuto, è stato autorizzato con un permesso speciale del Dipartimento di Stato, segno dell’interesse americano a mantenere aperti i canali diplomatici non ufficiali.
Gli osservatori internazionali ritengono che questo tipo di missioni rientrino in una strategia russa volta a sondare la disponibilità di Trump, in vista di un possibile ritorno alla Casa Bianca, a rivedere alcune delle politiche sanzionatorie e a negoziare un allentamento dell’isolamento economico in cui la Russia si trova dal 2022. Tra le richieste che Mosca potrebbe avanzare figurano anche la restituzione di asset congelati all’estero e l'autorizzazione per nuove operazioni bancarie in valuta estera attraverso canali selezionati.
Al centro del colloquio ci sarà anche la questione energetica. Dmitriev, che negli anni precedenti ha coordinato progetti russi nel settore oil&gas con fondi sauditi ed emiratini, potrebbe proporre la creazione di nuovi consorzi per lo sviluppo di infrastrutture energetiche comuni. Alcuni analisti ipotizzano un’offerta russa per coinvolgere aziende statunitensi nel processo di modernizzazione degli impianti russi di estrazione e raffinazione, in cambio di un allentamento graduale delle restrizioni commerciali.
Un altro tema che potrebbe emergere nel confronto è il ruolo crescente della Cina come attore geopolitico ed economico. La Russia, pur legata a Pechino da una collaborazione strategica sempre più intensa, teme una dipendenza eccessiva dal gigante asiatico, e vede negli Stati Uniti un interlocutore ancora centrale per garantire equilibrio e pluralità di relazioni economiche. Dmitriev potrebbe proporre l’avvio di un tavolo economico bilaterale ristretto per affrontare in modo selettivo temi legati alla cooperazione scientifica e tecnologica, alla produzione industriale e alle tecnologie dual use.
Fonti vicine al dossier parlano di un documento preparatorio che Dmitriev avrebbe consegnato a intermediari americani già alla fine di marzo, contenente una serie di proposte per l’allentamento reciproco delle tensioni economiche. Il documento, classificato come “riservato”, prevederebbe anche misure di garanzia bilaterale sulla non ingerenza elettorale e su una maggiore trasparenza finanziaria nei rapporti tra istituzioni statunitensi e aziende russe. La Casa Bianca non ha confermato né smentito ufficialmente la visita, ma il portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato che “gli Stati Uniti sono sempre aperti a confronti pragmatici in ambito economico, laddove esista uno spazio di cooperazione concreta”.
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