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Italia: crescita moderata e sfide persistenti

Nel 2025 l'economia italiana si muove lungo un sentiero di crescita modesta, con un PIL previsto in aumento dello 0,7%. La ripresa, trainata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e da una tenuta del consumo interno, si confronta con vincoli strutturali e una domanda estera in rallentamento.

Il quadro macroeconomico è influenzato da un'inflazione che si è ridotta sotto il 2% e da un atteggiamento attendista della BCE sui tassi. La pressione fiscale elevata continua però a frenare gli investimenti privati, specialmente nel tessuto delle PMI.

Il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti: la disoccupazione è al 5,9%, ma i divari territoriali e la precarietà giovanile permangono. Le imprese segnalano difficoltà nel reperire figure tecniche, mentre le retribuzioni non recuperano il potere d'acquisto.

Il debito pubblico si attesta oltre il 135% del PIL. Il governo ha avviato politiche di contenimento del deficit, ma la sostenibilità dei conti resta legata a riforme strutturali e ad un uso efficace dei fondi europei residui. Solo il 57% dei progetti PNRR è stato avviato.

Sul fronte industriale, il turismo si conferma dinamico, mentre l'automotive e l'industria pesante affrontano sfide legate alla transizione ecologica. Il settore energetico mostra stabilità grazie a una maggiore diversificazione.

Lo scenario politico instabile incide sulla fiducia degli investitori, generando tensioni sullo spread. Il sistema bancario, pur redditizio, fatica a garantire credito alle imprese minori. Persistono infine tensioni sociali legate alla stagnazione dei redditi e al costo della vita.

Il 2025 si configura come un anno di passaggio: la traiettoria futura dipenderà dalla capacità dell’Italia di completare le riforme, attrarre investimenti e colmare le disuguaglianze economiche e sociali.

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